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Corruzione a Trapani, posti di lavoro per il cambio di casacca: il sistema di Nino Papania

“Andiamo step by step”. Il mercato delle vacche che sarebbe stato gestito in provincia di Trapani e avrebbe avuto in Nino Papania il principale referente si muoveva passo dopo passo. A utilizzare l’espressione, finita tra le intercettazioni incluse nell’ordinanza del tribunale di Marsala che ha disposto per l’ex senatore una nuova misura cautelare, dopo l’arresto di settembre per voto di scambio politico-mafioso, è Ignazio Chianetta uno dei collaboratori di Papania. L’uomo, finito ai domiciliari, viene intercettato dalla guardia di finanza mentre parlava con Vanessa Titone, 51enne consigliera comunale di Marsala. I due, secondo la ricostruzione dei magistrati della procura guidata da Fernando Asaro, avrebbero concordato il passaggio di Titone, che è stata sospesa dalla carica, al movimento politico Via in cambio di un posto di lavoro per il figlio.

I passaggi definiti da Chianetta e Titone rappresenterebbero il dare e avere di un rapporto che gli inquirenti definiscono corruttivo: prima l’assunzione del figlio, poi la stesura del comunicato per annunciare l’ingresso nel movimento di Papania. Uno schema che si sarebbe ripetuto in altri quattro casi, spingendo alla corte dell’ex senatore altri politici locali: a Marsala i consiglieri marsalesi Maurizio Michele Accardi e Guglielmo Pellegrino Ferrantelli, a Castelvetrano il consigliere Antonio Giancana e infine a Custonaci il consigliere Vincenzo Monteleone.

La mercificazione del ruolo pubblico

Ad accendere i riflettori sulla figura di Nino Papania e del gruppo che a lui faceva riferimento sono state le procure di Marsala e Trapani, con il contributo fondamentale della procura europea. L’inchiesta, che ha portato a due diverse ordinanze, ha fatto luce anche sulla gestione di alcuni enti di formazione che, secondo gli inquirenti, sarebbero serviti con lo scopo di fare favori e, di conseguenza, rafforzare il consenso attorno al movimento Via.

“Gli indagati hanno posto in essere più condotte di corruzione di esponenti politici cooptati in cambio di posti di lavoro promessi o mantenuti in favore degli stessi o di loro prossimi congiunti”, si legge nell’ordinanza del tribunale di Marsala. Il gip fa riferimento a Papania, Chianetta e ad Angelo Rocca, anche lui vicino all’ex senatore. “Tali posti di lavoro erano a disposizione del sodalizio in virtù del potere esercitato sul Centro siciliano per la formazione professionale (Cesipop) e sull’associazione Tai”. A finire nell’indagine è stato anche un terzo ente: l’Ires, acronimo di Istituto di studi e ricerche economiche e sociali.

Nella maggior parte dei casi, l’offerta lavorativa consisteva in un’assunzione nel ruolo di docente e tutor negli stessi enti, ma nell’indagine è finita anche la promessa di un posto di lavoro all’interno di un Ipab del Trapanese.

Il sistema di raccolta del consenso basato sul do ut des sarebbe stato vissuto come qualcosa di naturale all’interno delle dinamiche politiche. A porre in rilievo questo dato è il gip, motivando l’esigenza di misure cautelari per Papania e soci. “Il fenomeno era talmente notorio che anche gli stessi corrotti ne parlavano tranquillamente tra loro, senza il minimo timore cli subire ripercussioni”, ha la giudice per le indagini preliminari Annalisa Amato.

Fondi pubblici per interessi privati

Nel mirino delle procure sono finite anche i finanziamenti che negli anni sono stati percepiti dagli enti che sarebbero stato sotto il controllo di Papania.

“È il caso di rilevare che sia per Cesipop che per Tai le indagini hanno evidenziato come abbiano beneficiato di finanziamenti di somme gravanti su fondi comunitari grazie ad autocertificazioni presentate dai presidenti pro tempore poi risultate false e tali fondi sono poi stati impiegati per malversazione, riciclaggio ed autoriciclaggio”, si legge nell’ordinanza. Tali accuse, suffragate dagli accertamenti effettuati dalla procura europea, hanno portato al sequestro di somme per nove milioni di euro. “Sono stati poi accertati profili di falsità anche in ordine all’avvio dei corsi di formazione finanziati nonché alla esistenza dei titoli per rivestire i ruoli di tutor e insegnante”, sottolinea il gip.

Analizzando i movimenti finanziari in uscita dai conti degli enti di formazione, gli inquirenti hanno individuato una serie di bonifici sospetti: in un caso 10mila euro sono andati a un’impresa di riparazione veicoli amministrata dall’autista di Papania, mentre sono diversi le erogazioni con causale “rimborso prestito infruttifero”. Nelle carte dell’inchiesta vengono citati anche due bonifici – del valore di 6100 e 12mila euro – con beneficiari l’Asd Mazara Calcio e l’Asd Sc Mazarese.

I nomi

Il troncone di indagine coordinato dalla Trapani riguarda Mario Castelli, Ignazio Chianetta, Cinzia Filippi, Anna Maiorana, Alessandro Manuguerra, Nino Papania, Davide Piccichè, Antonia Pirrone, Angelo Rocca, Filippo Tilotta e Manfredi Vitello. Questi invece i nomi indagati dalla procura di Marsala: Michele Maurizio Accardi, Sara Accardi, Ignazio Chianetta, Pellegrino Guglielmo Ferrantelli, Antonio Giancana, Vincenzo Monteleone, Nino Papania, Angelo Rocca, Vanessa Titone, Manfredi Vitello. 

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