L’arrivo dei fondi del Pnrr ha ufficialmente aperto una delicata stagione di controlli e verifiche. Una stagione, ancora, nella quale non potrà non avere un ruolo quanto mai centrale la magistratura contabile che, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario ha rivolto un invito di massima collaborazione alla Pubblica amministrazione.
Con le relazioni del presidente della Corte dei conti Sicilia Vincenzo Lo Presti e del procuratore regionale ad interim Gianluca Albo si è aperta la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Insieme alle massime autorità politiche, militari e religiose, alla cerimonia ha preso parte il presidente nazionale della Corte dei conti Guido Carlino, anche intervenuto per i saluti istituzionali.
Lo Presti è intervenuto sull’attività contabile della sezione giurisdizionale regionale relativa al 2021.
Albo, invece, sull’attività nel quinquennio 2017-2021, al termine del quale si è concluso il mandato del procuratore regionale.
“Per far fronte alla crisi economica indotta dall’emergenza sanitaria appare necessaria la massima oculatezza nella gestione delle pubbliche finanze, in particolare di quelle previste dal Pnrr”, ha spiegato Lo Presti, che punta il dito contro la proroga a giugno 2023 della norma che prevede le limitazioni della responsabilità amministrativa ai soli casi di dolo grave, escludendo del tutto i casi di dolo lieve e di colpa sia grave che lieve.
In un momento in cui uno dei temi centrali dell’agenda politico-amministrativa è la ripresa economica dalla pandemia sarebbe un errore, secondo Lo Presti, consentire la massima velocità dei procedimenti di spesa e al contempo limitare le responsabilità.
“La rapidità dell’azione amministrativa non può prescindere da un efficace sistema di controllo, pena un non efficace impiego delle risorse disponibili e lo sviamento delle stesse dalle loro finalità pubbliche -, afferma, – l’auspicio è che le prossime riforme della pubblica amministrazione tengano sempre presente che solo potenziando, e non certamente riducendo, le attività di controllo o giurisdizionali della Corte dei conti è possibile evitare o limitare lo sperpero delle pubbliche risorse”. Quindi un invito diretto ai pubblici amministratori a gestire il denaro pubblico “con la diligenza del buon pater familias”.
“Tanto si è fatto – ha detto Albo che conclude il proprio mandato in concomitanza con l’apertura dell’anno giudiziario 2022 – in Sicilia in questi anni e la Corte dei conti è stata percepita come credibile non solo per la comprensione dell’azione amministrativa ma anche per le correzione nelle sue distorsioni illecite. Auspico quindi che non vi sia spazio nel futuro per una giurisprudenza che negli effetti finisca per annichilire l’azione a tutela dell’erario vanificando l’autorevolezza che in questi anni è stata riservata all’istituto nell’isola”.
Albo ha anche fatto un bilancio dei suoi cinque anni di esperienza siciliana, ricordando come “nel quinquennio vi è stato un incisivo turnover del personale di magistratura, che ha innestato un meccanismo di rotazione che si ripercuote negativamente sugli uffici. Nonostante dal 2018 la scopertura dell’organico di magistratura abbia superato il 40% e tutti i colleghi oggi in servizio siano giovani referendari con un’anzianità massima di tre anni, la squadra siciliana ha retto e ha fatto molto”.
Un’esperienza che, se da un lato vede concludersi il ricambio generazionale con la fine del mandato di Albo, dall’altro solleva la necessità di una “riflessione per porre ai magistrati un tetto massimo di permanenza territoriale o pause di raffreddamento per periodi temporalmente significativi”. (In foto da sinistra; Albo, Carlino e Lo Presti)
Patrizia Penna