PALERMO – Giuseppe Corvaia è il nuovo delegato di Sicindustria per il settore “Alberghi e Turismo”. Architetto, progettista, costruttore, ma con una forte vocazione per l’hotellerie, Corvaia ha ricevuto l’incarico dal Comitato di presidenza dell’associazione degli imprenditori. Lo abbiamo intervistato.
Architetto Corvaia, lei è il nuovo delegato di Sicindustria per il settore “Alberghi e Turismo”. Come affronta questo incarico in un periodo sicuramente difficile a causa dell’emergenza sanitaria?
“L’affronterò di certo con gratitudine verso tutti coloro che mi hanno designato, ben consapevole che si tratta di un incarico impegnativo e non facile, ma che considero doveroso portare avanti. L’auspicio è quello che, attraverso il mio impegno, reso possibile dalla collaborazione dell’intera squadra di Sicindustria, si possa contribuire alla ripresa del settore, con il sostegno dei colleghi operatori e attraverso una rinnovata, matura e costruttiva interlocuzione con le istituzioni”.
Ha in mente delle iniziative per supportare il turismo siciliano e gli imprenditori del settore?
“Penso innanzitutto che noi operatori dovremo farci trovare pronti al momento della ripresa post-pandemica, che si auspica possa aver luogo nel più breve tempo possibile, offrendo alla clientela una ospitalità e dei servizi ancor più qualificati di quanto avvenuto finora. Le bellezze paesaggistiche, ambientali e artistiche costituiscono infatti per la Sicilia e per l’Italia un’importante risorsa che, però, non basta se il settore vuole affrontare al meglio le sfide della concorrenza internazionale. Sarà importante sfruttare strategicamente e opportunamente le risorse, investire su nuovi modelli di comunicazione dell’esperienza turistica (sempre più orientata verso un turismo sensoriale ed emozionale) e puntare sulle eccellenze del territorio. E bisognerà anche investire su un’adeguata formazione dei futuri operatori turistici, sviluppando collaborazioni tra istituti professionali, università e mondo del lavoro così da creare interessanti e favorevoli sinergie per migliorare ulteriormente il modo di fare turismo in tutte le sue declinazioni”.
Quali risposte si aspetta invece dalle istituzioni per risollevare il comparto?
“Innanzitutto la riqualificazione complessiva delle infrastrutture e dei servizi di trasporto. Ma anche una radicale e stabile semplificazione burocratica e interventi capaci di incidere sulla produttività e sulla riduzione dei costi del lavoro agendo sul cuneo fiscale. Occorrerà inoltre porre grande attenzione agli aspetti legati a politiche, iniziative e scelte che contribuiscano a rafforzare l’equilibrio economico patrimoniale e finanziario delle singole aziende attraverso azioni mirate. Aggiungo anche che città, borghi, località marinare, collinari, montane, isole dovranno essere agevolmente raggiungibili e pulite”.
Ci sono a suo avviso, nell’ambito del turismo siciliano, dei punti più deboli da risanare e all’opposto, delle risorse sulle quali è opportuno maggiormente puntare?
“Tra i punti deboli rientrano senz’altro la carenza strutturale nei collegamenti, nonostante l’impegno profuso negli ultimi anni dalle gestioni aereoportuali siciliane che hanno certamente contribuito allo sviluppo dei flussi turistici; la qualità dei servizi pubblici locali; e la carenza nelle infrastrutture. Le risorse sulle quali puntare sono la varietà e la bellezza dei territori; la possibilità di destagionalizzare al massimo i flussi; la professionalità degli operatori del settore; l’impegno e il sacrificio degli imprenditori e il loro senso di abnegazione”.
Prevede dei tempi per una ripresa del settore?
“In questo momento la vera sfida per tornare alla normalità è rappresentata dalla campagna vaccinale. Sotto questo profilo, sono fermamente convinto che il governo Draghi stia lavorando con efficacia, ma credo che si potrà tornare ai livelli pre-Covid solo alla fine di quest’anno, inizio del 2022”.
Roberto Pelos