Intervistato dal direttore Carlo Alberto Tregua, il Comandante regionale Sicilia della Guardia di Finanza, Cosimo Di Gesù, risponde alle domande del QdS.
Comandante, ci parli delle sue priorità della Sicilia?
“Da sempre, e ancor di più in veste di Comandante regionale Sicilia, sento forte il desiderio di servire, con l’ausilio di tutti i miei collaboratori, i cittadini onesti. Mi auguro che questi avvertano la prossimità della Guardia di Finanza quale sicuro punto di riferimento a tutela e sostegno della legalità economica. Questa è sempre più spesso danneggiata da comportamenti illeciti e dalle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia legale. La missione istituzionale della Guardia di finanza si orienta su tre obiettivi strategici: il contrasto all’evasione e alle frodi fiscali, il contrasto agli illeciti in materia di spesa pubblica e il contrasto alla criminalità economica e finanziaria con la tutela del mercato dei capitali e del mercato dei beni e servizi. È su questi binari che intendo portare avanti il lavoro delle Fiamme Gialle siciliane. Devo sottolineare anche il nostro costante impegno, unitamente alle altre Forze di Polizia, nell’assicurare l’ordine e la sicurezza pubblica. Nondimeno, il nostro ruolo di unica ‘polizia del mare’ risulta fondamentale per il contrasto ai traffici illeciti. Il comparto aeronavale è, infatti, particolarmente impegnato nella gestione di flussi migratori via mare e si trova in prima linea sia per il soccorso di bambini, donne e uomini, ma anche nell’individuazione di organizzazioni criminali e scafisti che lucrano su questa tratta di essere umani. Come Comandante, poi, ho un ‘piccolo’ obiettivo interno. Ho l’intenzione di dare massimo impulso alla transizione ecologica delle strutture del Corpo siciliane. Così, incentiverò opere di efficientamento energetico per renderle meno impattanti a livello ambientale. È stato già avviato un progetto che porterà tutte le caserme siciliane a essere dotate di impianti fotovoltaici, nonché di autovetture green”.
Sul fronte criminalità, come si agisce oggi sul territorio, in particolare dopo la pandemia?
“In tutti i settori abbiamo visto un’evoluzione finalizzata ad adattarsi alle nuove necessità e alle nuove abitudini post pandemia e la criminalità organizzata non è stata da meno. Le varie operazioni di servizio hanno dimostrato come negli ultimi anni le principali organizzazioni criminali hanno compiuto un salto di qualità, cogliendo con prontezza le opportunità offerte dall’apertura dei mercati commerciali e finanziari, dai progressi tecnologici, così proiettando la loro influenza su aree sempre più estese. Le associazioni criminali riescono oggi a coniugare i tradizionali comportamenti violenti con paralleli progetti criminali più qualificati, tanto da far parlare anche di ‘mafia degli affari’, capace di infiltrarsi nel tessuto economico legale in piena sincronia con le sempre mutevoli richieste del mercato. La criminalità organizzata tenta costantemente di infiltrarsi nelle pubbliche amministrazioni per mettere le mani sulle rilevanti risorse locali, nazionali e comunitarie. Ed è intessendo profonde relazioni con soggetti corrotti e compiacenti degli apparati istituzionali e con professionisti piegati alle logiche mafiose che mira ad orientare l’aggiudicazione di appalti e sub-appalti. Il compito della Guardia di Finanza è quindi quello di presidiare i settori economici resi maggiormente attrattivi, poiché destinatari dei finanziamenti Pnrr, in modo tale da arginare le mire espansionistiche della criminalità. Lo strumento più incisivo messo in campo dal Corpo è certamente l’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati, detenuti in Italia o all’estero, con il fine di restituire alla collettività le ricchezze raccolte nel tempo dalla criminalità economica e organizzata. Ma la lotta alla criminalità passa necessariamente anche attraverso il blocco dei canali di finanziamento e, quindi, dall’esigenza di monitorare quei settori verso cui le consorterie hanno manifestato interesse: il turismo, l’agroalimentare, l’edilizia, lo smaltimento dei rifiuti, il gioco e le scommesse e il traffico illecito di carburanti, oltre a continuare a lucrare con quelli che sono i più tradizionali e primari canali di arricchimento tra cui il traffico di sostanze stupefacenti, usura e racket”.
Le risorse umane che ha a sua disposizione sono sufficienti per svolgere l’attività di tutela dell’economia e della spesa pubblica?
“Sì, la Guardia di Finanza in Sicilia è costituita da circa 4.500 donne e uomini della componente ordinaria e aeronavale, che si avvalgono di dotazioni tecnico-operative e strumenti all’avanguardia, soprattutto in tema di data analysis. Tuttavia, il messaggio che vorrei veicolare è che il nostro lavoro di presidio di legalità economica e di contrasto ai fenomeni illeciti ha la necessità di essere accompagnato dalla più ampia diffusione di valori e principi per una partecipazione consapevole, corretta e attiva alla vita civile, sociale, pubblica ed economica. Da anni la Guardia di finanza porta avanti un progetto denominato ‘Educazione alla legalità economica’, realizzato con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e rivolto agli studenti delle scuole primarie e secondarie per trasmettere gli insegnamenti più virtuosi per una migliore convivenza della nostra società. È necessario che i più giovani incrementino la consapevolezza del loro ruolo di cittadini attivi, titolari di diritti e doveri che investono anche il piano economico. Bisogna sensibilizzarli al rispetto della legalità economica, non per paura delle sanzioni, ma per la sua utilità, individuale e sociale. Occorre, infine, fare rete su ogni fronte (istituzioni, scuole e famiglie) per insegnare alle nuove generazioni che la legalità conviene e che lo Stato vince sempre”.
Tutela della spesa pubblica: su quali fronti si consumano, principalmente, le frodi in questo delicatissimo comparto?
“La politica di coesione economica del Paese, come noto, prevede di destinare ingenti risorse (nazionali ed europee) alle aree meno sviluppate, con la finalità di incrementare le opportunità di sviluppo economico e sociale e di contribuire a ridurre i divari e le disparità tra territori. Per tale ragione alla Sicilia, come ad altre regioni del Mezzogiorno, vengono riservati milioni di euro che spesso sono oggetto di frode nel settore della spesa pubblica, anche a opera delle consorterie criminali. Vi confermo che sono numerosissimi i controlli svolti in materia di Reddito di cittadinanza. Nei primi nove mesi del 2023 in Sicilia sono stati eseguiti dalla GdF oltre 1.700 interventi con una percentuale di irregolarità dell’80%. Il Corpo è parte integrante anche del sistema di governance e controllo del Pnrr e dunque, a oggi, siamo fortemente impegnati per assicurarne il presidio e tutelarne la corretta attuazione. Così garantiamo che le ingenti risorse stanziate consentano di raggiungere gli obiettivi di rilancio e rafforzamento strutturale dell’economia del Paese dopo la pandemia. Abbiamo svolto circa 340 interventi per prevenire e contrastare le frodi relative ai contributi del Pnrr. I contributi indebitamente richiesti o percepiti sono oltre 17 milioni e sono stati già denunciati oltre novanta soggetti. Sul fronte della spesa pubblica, più in generale, il Corpo è costantemente impegnato a contrastare le indebite percezioni dei fondi strutturali e degli incentivi alle imprese e altre uscite nazionali e locali (oltre 560 interventi eseguiti ad oggi e circa 64 milioni di euro di contributi indebitamente percepiti/richiesti). La Guardia di Finanza è poi referente antifrode per evitare che la corruzione inquini il settore degli appalti pubblici, settore in cui, a fronte di 68 appalti controllati ad oggi, per un valore di circa 990 milioni di euro, sono state denunciate oltre 90 persone. Altro settore critico è certamente quello sanitario. Mi vengono in mente gli interventi in materia di spesa sanitaria o quelli a contrasto delle frodi nel settore previdenziale e assistenziale, settore in cui, nel solo 2023, sono state denunciate oltre 900 persone per aver indebitamente percepito o richiesto contributi per oltre 7 milioni di euro”.
L’evasione fiscale è spesso un “tormentone” della politica. Sul territorio, però, ci siete voi: gli strumenti che avete sono sufficienti a contrastarla?
“Sì. Nel 2023 ricorre il centenario della nascita della Polizia Tributaria investigativa, istituita con il Regio decreto 95/1923. Da allora il raggio di azione del Corpo si è molto ampliato. Il Dlgs 68/2001 ha dotato le Fiamme Gialle di un ampio spettro di potestà ispettive che hanno rafforzato la proiezione investigativa del Corpo. Inoltre, ha permesso di affinare le procedure di selezione dei soggetti da sottoporre a controllo che, nel tempo, hanno consentito alla Guardia di Finanza di affermarsi quale moderna polizia economico-finanziaria, e non più solo tributaria. La nostra arma vincente è la possibilità di affrontare i fenomeni illeciti in modo trasversale e di orientare la nostra azione ‘chirurgicamente’, in modo mirato e selettivo, verso questi soggetti connotati da maggiori indici di pericolosità fiscale. Ciò avviene grazie al proficuo utilizzo di data-base sempre più interoperabili e accurate analisi di rischio. Rammento che uno degli obiettivi del Pnrr è la riduzione del tax gap cioè la ‘propensione all’evasione’ e la Guardia di Finanza è in prima linea per raggiungere questo obiettivo, non solo con azioni repressive dell’evasione fiscale, ma anche preventive. Per esempio, vi è l’attivazione della procedura di chiusura d’ufficio delle partite Iva dei soggetti coinvolti in circuiti di frode oppure ancora favoriamo il sostegno e la promozione delle misure di compliance varate nel tempo dal legislatore, per esempio il ravvedimento operoso. In piena sinergia con l’Agenzia delle Entrate, il Corpo è fortemente impegnato nel contrasto delle frodi in materia di indebite compensazioni e cessioni di crediti di imposta fittizi derivanti dai bonus in materia edilizia ed energetica, compresi quelli finanziati dal Pnrr. Da gennaio a oggi in Sicilia sono stati eseguiti, in materia di indebite compensazioni e altri illeciti relativi ai crediti di imposta, 463 interventi e sono state denunciate 80 persone, di cui tre tratte in arresto”.