Dodici regioni e una provincia autonoma con dati da zona bianca e l’incidenza nazionale che si attesta a 46 casi ogni 100mila abitanti. Sarebbe questa l’attuale situazione nel paese secondo l’elaborazione fatta dal sito “Quotidiano sanità” sulla base del bollettino giornaliero del ministero della Salute.
Secondo la tabella riportata sul sito 12 regioni e una provincia autonoma hanno un’incidenza sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti: Abruzzo (35), Emilia Romagna (45), Friuli Venezia Giulia (17), Lazio (46), Liguria (28), Lombardia (45), Molise (12), Piemonte (49), provincia di Trento (45), Puglia (49) Sardegna (13), Umbria (28) e Veneto (30). Per Friuli, Molise e Sardegna la zona bianca scatterà lunedì 31 maggio, essendo trascorse le 3 settimane consecutive con un’incidenza sotto i 50 casi.
Se non ci sarà un peggioramento della situazione e un nuovo aumento dell’incidenza, Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto passeranno invece in zona bianca il 7 giugno mentre per le altre il passaggio sarà il 14 giugno.
Ci è voluto un mese e mezzo dal picco del 6 aprile per scendere dall’impennata di contagi e conseguenti ricoveri causati dal SarS-CoV2. La campagna vaccinale sta facendo la sua parte e i numeri, anche se altalenanti nelle singole giornate, sono in discesa.
Nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute, sono 4.147 i positivi al test. Ieri erano stati 3.937. Le vittime sono 171 rispetto alle 121 di ieri.
A descrivere l’andamento dell’epidemia, il nuovo monitoraggio della Fondazione indipendente Gimbe che indica come in 50 giorni siano praticamente crollati i ricoveri in area non critica e in terapia intensiva. Dal 6 aprile, i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 8.557 (-70,8%) e quelli nelle intensive sono passati da 3.743 a 1.323 (-64,7%).
A questi dati si aggiungono quelli di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, secondo cui la percentuale di posti letto nelle terapie intensive degli ospedali italiani occupati da pazienti Covid, aggiornata al 26 maggio, è pari al 14%, ossia -1% rispetto al giorno prima.
Mentre è al 13% la percentuale di posti occupati in area non critica, e anche in questo caso si registra un -1% sulle 24 ore precedenti. Per quanto riguarda le singole regioni, solo in Toscana si registra un valore alto, con il 24% di occupazione dei posti in terapia intensiva. Il dato più basso è stato rilevato nella provincia autonoma di Bolzano con il 4%, e tra le regioni il Friuli e il Veneto al 6%. Numeri decisamente incoraggianti se si pensa che la cosiddetta soglia di rischio indicata dal Ministero della Salute è del 30% per le intensive e del 40% per le aree ospedaliere non critiche.