Con il freddo invernale, quando puntuali proliferano i ceppi delle più disparate forme influenzali, ecco fare capolino le varianti del Covid. Non si contano più, ormai, i nomi affibbiati dai virologi al coronavirus, che se, fortunatamente, non fa più paura come un tempo, induce gli stessi a informare le persone a saperne riconoscerne i sintomi, e dunque, di conseguenzaa, a fornire consigli su come evitare di contrarlo. E’ giunto il tempo, a partire da novembre, della variante Jn.1 di Covid-19, inclusa dall’Oms nella lista delle varianti di interesse (Voi, Variants Of Interest). Osservata per la prima volta in Lussemburgo, si è poi diffusa oltreoceano, negli Stati Uniti, dove, per la prima volta è stata rilevata a settembre. A riportarlo è il Cdc (Centers for Disease Control and Prevention).
Si tratta in buona sostanza di una parente stretta dell’ormai nota Pirola – il cui nome ufficiale è Ba.2.86 – rispetto alla quale presenta una sola mutazione sulla proteina Spike. Jn.1 (nome ufficiale Ba.2.86.1.1) si sta attualmente diffondendo nel Regno Unito con un ritmo piuttosto sostenuto rispetto alle altre varianti. Ecco che cosa sappiamo al riguardo.
I sintomi? Bene o male sempre gli stessi: febbre, mal di gola, tosse, mal di testa, affaticamento, dolori articolari e muscolari. Secondo il Cdc, per ora non ci sono prove del fatto che possa rappresentare un rischio maggiore per la salute pubblica. E’ anche vero che, nel rapporto si legge quanto il fatto che si stia diffondendo così rapidamente sembra suggerire una migliore capacità rispetto agli altri sotto-lignaggi di eludere le difese del sistema immunitario.