Gran parte dell’Italia torna oggi in zona gialla ma il microbiologo Andrea Crisanti lancia un nuovo allarme.
“Si presenterà un rischio – ha affermato – legato all’elevato numero di casi positivi che ci sono ogni giorno. Non ci sono le condizioni per una apertura in sicurezza, come la Gran Bretagna. Non sarà come a Londra”, ha commentato in un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno.
“Se apro tutto – si chiede il professore, ordinario di Microbiologia dell’Università di Padova – come si pensa che la gente possa usare precauzioni”.
Non convince, secondo Crisanti, la classifica di chi vaccina di più in Italia.
“Questa è una graduatoria – ha affermato – che risente di propaganda e retorica. E’ più importante seguire la percentuale di persone anziane e fragili vaccinate, elemento importante dal punto di vista della salute pubblica. La priorità deve essere quella di mettere in sicurezza anziani e fragili”.
“Quanto alla scuola – ha aggiunto – non siamo ancora in grado di identificare, all’interno, un rischio o rischi specifici. Qualsiasi decisione è presa senza sufficienti informazioni scientifiche. Con la Dad si limitano i contagi a condizione che le scuole siano tutte chiuse. Se si lascia l’iniziativa libera alle persone è un altro discorso”.
Per quanto riguarda poi il settore turistico in Puglia e all’invito di Emiliano ai pugliesi di trascorrere le vacanze nella regione, Crisanti afferma che “l’approccio turistico alla pandemia deve essere improntato con una politica nazionale”.
“Di fronte alle aperture – ha aggiunto – , è intollerabile che non ci siano regole rispetto agli arrivi in Italia, soprattutto da Paesi da cui provengono variabili resistenti al vaccino. Non avere regole è da dilettanti. Se devono venire da noi turisti stranieri, tamponi prima e dopo, in alcuni casi anche quarantena. Chi proviene da stati dove è presente una particolarità particolarmente pericolosa dovrebbe attenersi alle disposizioni che l’Inghilterra ha stabilito per gli ingressi dall’India: quindici giorni di quarantena ‘vigilata’ in albergo, tampone preventivo, e poi nuovi test dopo due, otto e quattordici giorni”.
Con l’arrivo della bella stagione, secondo il microbiologo, “non si può prevedere un abbassamento dei contagi in estate”.
“Basta vedere – ha sottolineato – il caso Brasile, dove non c’è stato alcun beneficio legato alle alte temperature. L’unico elemento positivo che si può individuare viene dal beneficio di stare più all’aperto. Non bisogna fare paragoni con l’estate 2020. Sarà una stagione completamente diversa, con maggiore trasmissione dei contagi. Ma c’è un’altra partita doppia e essenziale da giocare, quella di vaccinare più persone possibili e tentare di bloccare l’ingresso dall’estero in Italia di nuove varianti resistenti al vaccino”.