“Un’azione dadaista/situazionista/anarchica post ‘77, post-punk… che si è trovata a raccontare il lavoro di una generazione di artisti giovani”.
Così Gino Gianuizzi, artista, gallerista, curatore, descrive la nascita, nel 1981, di Neon, uno dei primi spazi indipendenti per l’Arte in Italia e noto anche in ambito internazionale.
L’esperienza sarà al centro del secondo incontro del ciclo di talk dal titolo “Arte precaria”, organizzati dall’Accademia di Belle Arti di Catania e curati da Ambra Stazzone e Lorenzo Madaro, entrambi docenti di Storia dell’Arte contemporanea dell’Aba.
L’appuntamento con Gianuizzi e Neon, su diverse piattaforme e social – Teams, Youtube, Facebook e Instagram – è per le 17 di giovedì prossimo, 22 aprile e proporrà ancora una volta riflessioni sul sistema dell’Arte contemporanea e sulle radicali trasformazioni che sta vivendo a causa della pandemia da Covid-19.
L’attività di Neon per numerosi anni è stata un punto di riferimento per la critica più attenta e per il collezionismo informato dato che è riuscita a promuovere la ricerca dei giovani artisti libera da condizionamenti di mercato, lasciando la sua impronta nella vita artistica e culturale nel contesto nazionale con riflessi anche in campo internazionale.
Neon ha espresso la sua natura plurima in vari luoghi di Bologna e Milano e, se pur dal 2011 non è più uno spazio fisico, la sua esperienza prosegue nei progetti – numerosissimi – curati da Gianuizzi.
Solo per citare i più recenti e rilevanti, nel 2018 la Galleria La Veronica di Modica gli ha dedicato una mostra e il MAMbo ha in preparazione un progetto espositivo e una pubblicazione che vedrà la luce nei prossimi mesi.