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Covid, in Italia morti 30 bambini, l’allarme dei pediatri

“Dobbiamo vaccinare bambini ed adolescenti (da 0 a 18 anni sono all’incirca 10 milioni in Italia) poiché rappresentano un serbatoio di persistenza del virus, dunque un grave problema di sanità pubblica. Vanno subito accelerate le vaccinazioni consentite al di sopra dei 12 anni (a 4 mln e mezzo di bambini circa), in attesa del via libera anche alla fascia d’età da 5 a 11 anni (costituita da 3 milioni e mezzo di minori circa), che dovrebbe arrivare dall’Fda a fine settembre”.

Ne parla con l’Adnkronos Annamaria Staiano, presidente della Sip, Società italiana di pediatria che all’Adnkronos tra l’altro spiega: “Le conseguenze della contrazione del virus in questa fascia d’età in genere sono lievi ma non si conoscono gli esiti a lungo termine. Ed inoltre ci sono stati 30 decessi! Quanti bambini sono invece morti per effetti avversi al vaccino? Nessuno. Vaccinarli è fondamentale per la ripresa dell’attività scolastica e della loro quotidianità”.

Certamente le vittime più giovani del sars cov 2 “erano soggetti fragili (in Italia in età pediatrica in tutto ce ne sono 1 mln, 1 ogni 10 dunque). Per gli altri le conseguenze sono state lievi. Ma ci sono stati decessi e la morte di un bambino non va in percentuale. E’ un dato significativo, da evitare per ragioni sanità pubblica e tutela personale, tanto più che non si conoscono le conseguenze a lungo termine dovute alla contrazione del virus – rimarca la Staiano – Inoltre perché in età pediatrica molti bambini hanno avuto sindromi infiammatorie multi-sistemiche dovute al covid 19 e si è abbassata l’età media della variante Delta, tanto che assistiamo con sempre maggiore frequenza a manifestazioni tipiche, come polmoniti bilaterali nelle fasce più giovani; e per le gravi ripercussioni psichiche, conseguenti all’isolamento. Vaccinarsi è fondamentale – conclude la presidente della Società italiana di pediatria – Indispensabile in vista della ripartenza dell’attività scolastica e di una normale ripresa della quotidianità”.

La Società Italiana di Neonatologia (Sin), la Società Italiana di Pediatria (Sip), la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo), la Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (Aogoi), la Associazione Ginecologi Universitari Italiani (Agui), la Società Italiana di Medicina Perinatale (Simp), l’Associazione Ginecologi Territoriali (Agite) e la Società Europea di Rianimazione Pediatrica e Neonatale (Espnic) hanno fatto appello ieri al Ministero della Salute e a tutte le istituzioni perché “sia promossa il più possibile la vaccinazione delle donne in gravidanza ed in allattamento oltreché dei bambini di età superiore ai 12 anni (e più piccoli quando vaccini dedicati saranno disponibili)”.