Razza Ruggero – Presidente!
Musumeci Nello – Non ti sei più fatto sentire ieri… non so più niente su Palermo!
Razza Ruggero – Cosa… Palermo?
Musumeci Nello – Per quanto riguarda la… la zona rossa!
Razza Ruggero – Ah… no…non ti… abbiamo i dati… è sotto… è abbondantemente sotto i duecentocinquanta…!
Musumeci Nello – Eh.. minchia … allora perché.. mi avevi detto quattrocento!
Razza Ruggero – No… era… no… con duecentocinquanta per centomila! No… ieri…
Musumeci Nello – Tu mi avevi … che aveva superato…
Razza Ruggero – No.. ieri erano quattrocento … ma nella settimana… eh… sono stati a duece… sono a centonovantasei per centomila abitanti!
Musumeci Nello – Va bene..
Razza Ruggero – E… quindi… ora c’ho tutti i dati … e l’unica… aaa… stanno per chiedere alcune… altre zone rosse … Ora ti mando.. alla… aggiornato alla… a ieri sera alle ventiquattro… il prospetto in tutti i Comuni della Provincia di Palermo..
Musumeci Nello – Sì…
Razza Ruggero – Poi mi sono dedicato solo alle vaccinazioni… perché con questo lancio che stiamo avendo oggi … oggi non lo vorrei dire… ma oggi superiamo le ventimila… e dovremmo essere… OMISSIS…
Questa l’intercettazione, del venti marzo scorso, che ha fatto scrivere alla Gip di Trapani Caterina Brignone – sul provvedimento sui dati falsi sul Covid in Sicilia con cui ha disposto i domiciliari per la dirigente regionale Maria Letizia Di Liberti e indagato l’assessore alla Salute Ruggero Razza – “che allo scellerato disegno politico … sembra estraneo il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, che anzi pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite”.
Eppure Musumeci, per quanto tradito, ha elogiato la sensibilità istituzionale che Razza ha messo in mostra dimettendosi, nonostante la vicenda dei morti “spalmati” rischi di assumere, nell’immaginario collettivo, la stessa valenza dei cannoli di Cuffaro.
E questo non soltanto per l’indubbio affetto che Nello Musumeci, l’uomo della destra perbene, nutre nei confronti di Razza, suo figlio politico ma anche consigliere, braccio destro e, con il sindaco di Caltagirone Gino Ioppolo, spina dorsale di Diventeràbellissima, il partito del Presidente.
Non soltanto per evitare quei giustizialismi sui quali il Governatore aveva puntato l’indice fin da quando aveva appreso la notizia degli arresti – e sottolineati anche dall’avvocato difensore di Razza, Enrico Trantino – ma anche e soprattutto per difendere il governo regionale, ancora alle prese con una difficilissima Finanziaria.
E infatti l’ultima dichiarazione della giornata sulla vicenda, ancora di Trantino, assessore a Catania, parla di “sciacallaggio politico”.
La necessità, in questo momento, è quella di “Fare fronte”, perché il pericolo è la tenuta stessa di Diventeràbellissima, del progetto Musumeci, della Giunta Regionale. Che ieri, come un sol uomo, ha difeso a spada tratta Razza e la sua politica. E lo stesso ha fatto il centrodestra, con l’eccezione della Lega, che ha chiesto invece le dimissioni di Musumeci.
La sensazione è che, da parte della traballante maggioranza che sostiene il governo regionale, la necessità sia quella di salvare la faccia costi quel che costi.
Che però sarebbe stato anche – a leggere le intercettazioni – il fine di coloro i quali fornivano dati falsi all’Istituto superiore di Sanità non soltanto per evitare la zona rossa – perpetuando, come ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando “un inaccettabile attentato alla vita di migliaia di siciliani” – ma anche e soprattutto per mostrare un’immagine positiva della Sicilia e della sua organizzazione nella pandemia.
Il nostro sistema giudiziario e il buon senso impongono di attendere che il procedimento penale nei confronti di Razza vada avanti in modo celere – ieri l’ex Assessore, figlio di un generale e cresciuto in una caserma, si è avvalso della facoltà di non rispondere – prima di esprimere alcun giudizio. Ma quelli politici vanno riportati, a cominciare da quello del presidente della Commissione antimafia Claudio Fava che ha bollato Musumeci e Razza come “un patetico duo di furbetti”.
O come quello del segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo che ha ricordato come il suo partito avesse proposto all’Ars una mozione di censura, bocciata, nei confronti di Razza, affermando “per una volta la politica era arrivata prima dei magistrati”.
Le voci dei “brogli” nei numeri erano già forti dopo che, nel maggio del 2020, era giunta una lettera all’Assessorato regionale, firmata dal Dg dell’Asp di Catania Maurizio Lanza, per segnalare gli errori nei numeri della provincia etnea.
Ad allora risalgono le voci su frizioni tra Razza e Lanza.
Ma quel che c’è da chiedersi è anche cosa sia stato a convincere le persone arrestate della necessità di abbandonare la pratica della trasparenza per “aggiustare i numeri”.
E’ stata la faciloneria nel cercare di far bella figura o il delirio d’onnipotenza a minare, forse irrimediabilmente, la fiducia dei Siciliani nella Regione?
Il timore, adesso, è che il giocattolo si sia rotto. E questo, in tempi di pandemia, sarebbe gravissimo.
Si andrà dunque avanti, alla Regione, con il Governo Musumeci, o – come qualcuno ieri fantasticava a Sala d’Ercole – si metterà in piedi una giunta di larghe intese per affrontare, per esempio, una Finanziaria che pare bloccata?
Intanto, a causa della bufera giudiziaria, in assessorato è rimasto un solo dirigente e lo scandalo ha bloccato il calcolo dei nuovi contagi e dei morti.
Senza spalmature.
Da ricordare infine come, in Sicilia, gli ultimi presidenti di regione siano finiti male: il già citato Totò Cuffaro, Raffaele Lombardo, messo politicamente ko da undici anni di processo, Rosario Crocetta, sfuggito per un pelo a una trappola, tra consulenti regionali, servizi segreti e dossieraggi.
E adesso, con la vicenda Razza, anche Musumeci.
Che ieri, a caldo, aveva commentato: “Questa terra dà fastidio quando non alimenta le cronache giudiziarie”.