Sanità

Covid e “nuovi colori” in Sicilia, le prospettive future della Simit

Ridefinizione dei colori delle Regioni segnate dal Coronavirus: questo il recente impegno del Governo in direzione del contenimento dell’epidemia che, dal Marzo 2020, sta flagellando l’Italia, in un’altalena talora caotica, severa, talvolta blanda e meno restrittiva di quanto necessario, di provvedimenti ufficiali.

E se, dal 30 Agosto scorso, la Sicilia si è tinta di giallo, distinguendosi in negativo rispetto a un’Italia rimasta interamente bianca (avendo sforato i tre nuovi parametri previsti per il cambio di colore, contagi, ricoveri ordinari e terapie intensive), attese, timori e speranze albergano negli isolani, in vista di nuovi scenari di colore che ridisegnerebbero le sorti di noi tutti.

Al fine di sondare i possibili cambi di colore del territorio siciliano nel prossimo futuro abbiamo chiesto l’autorevole parere della Simit, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, autorevole società scientifica, nella figura del Presidente regionale SIMIT Sicilia, Antonio Davì.

QUALI SONO LE SUE PREVISIONI SUL PROSSIMO PASSAGGIO DI COLORE IN SICILIA, QUANDO IN DEFINITIVA TORNEREMO IN ZONA BIANCA?

“Devo dire che in molti comuni la percentuale di vaccinati ancora non raggiunge il 60% con ciclo finale e il 70% come prima dose – dichiara l’esperto – I tassi di ospedalizzazione con impegno dei posti letto hanno già superato il 22% nei ricoveri ordinari e il 12% nelle terapie intensive; ancora da diversi giorni siamo i primi in Italia come numero di contagiati tanto da rappresentare, in alcune giornate, quasi un quarto o un terzo di tutti i casi nazionali. Alla luce di questi dati la zona gialla, a mio giudizio, non sarà sufficiente a ridurre i casi e, probabilmente, rischiamo tra qualche settimana un’imminente zona arancione. Un eventuale ritorno alla zona bianca non sarà imminente, e credo che dovranno passare almeno 4-6 settimane, se non di più, per ritornare alla normalità”.

QUALI ACCORGIMENTI DOBBIAMO ADOTTARE PER RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO DELLA ZONA BIANCA?

“L’obiettivo della zona bianca si potrà raggiungere quando si riuscirà a convincere gran parte della popolazione siciliana a vaccinarsi: circa il 40% della nostra popolazione si deve ancora vaccinare, almeno il 15% degli over 80 e 90 deve ancora fare la prima dose di vaccino e anche nella fascia under 50 troviamo persone ancora da vaccinare. Vaccino, ma non solo: ricordiamo che il mancato rispetto del distanziamento e l’uso delle mascherine sono stati fattori determinanti per l’aumento dei contagi:

sono trapelate notizie di feste da ballo in discoteche private con centinaia di persone accalcate come se nulla fosse, litorali pieni di gente, bar e ristoranti assaltati senza rispetto alcuno delle più elementari norme di sicurezza. Questo sinceramente mi preoccupa e dissuade dall’opinione che la zona bianca sia un obiettivo presto percorribile, e, soprattutto, mantenibile senza l’osservanza puntuale delle basilari norme antiCovid19”.

VACCINI ANTICOVID E OBBLIGATORIETÀ: LEI È D’ACCORDO? SUI TEMPI ENTRO CUI RENDERLO OBBLIGATORIO, PUÒ DIRCI QUALCOSA?

“Credo che sia venuto il momento di rendere obbligatorio il vaccino per alcune specifiche categorie di persone, come gli anziani fragili, i pazienti con immunodeficit, trapiantati, dializzati, con gravi neoplasie, ma anche gli impiegati della pubblica amministrazione, le forze dell’ordine, tutto il personale scolastico – dichiara a gran voce l’esperto – Da tempo esistono tanti vaccini obbligatori e nessuno ha mai protestato. La stessa FDA in America ha approvato recentemente il vaccino PFIZER per i pazienti dai 16 anni in su e tanti ragazzi, anche di 12-18 anni, si stanno vaccinando, senza comparsa di gravi effetti collaterali. Il Ministero della Sanità deve, a mio avviso, decidere in tempi brevi e questo servirebbe a convincere coloro che hanno paura e, forse, qualche no-vax. Solo in questo modo potremo raggiungere almeno l’80% della popolazione sperando che, nel frattempo, non arrivi un’ulteriore variante, magari resistente agli attuali vaccini”.

VACCINI OBBLIGATORI, QUINDI: RIGUARDO, INVECE, ALLE FASCE DEBOLI, COME I SOGGETTI IMMUNODEPRESSI, IL VACCINO, QUANDO NON POSSIBILE, DA COSA PUÒ ESSERE SOSTITUITO?

“Nei soggetti immunodepressi e in quelli che per alcune rare patologie non possono vaccinarsi – conclude Davì – è ancora più opportuno il rispetto dell’uso delle mascherine e del distanziamento in primo luogo; adesso abbiamo a disposizione alcuni anticorpi monoclonali abbastanza efficaci che si possono somministrare nei primi giorni della comparsa di eventuali sintomi clinici che riescono a ridurre o attenuare l’azione del virus. Sono attualmente in cantiere (in fase 2) alcuni farmaci antivirali diretti come il Molnupiravir che può essere somministrato per via orale in cinque giorni, anche la Budesonide per via aerosol può essere utilizzata con una buona risposta e infine sono state utilizzate altre sostanze, ma non esistono studi attendibili comprovanti la loro efficacia. Noi tutti lavoriamo esclusivamente per la remissione finale della pandemia, attraverso una corretta informazione scientifica. A tal proposito, come Simit Sicilia, esprimiamo la nostra massima solidarietà al Prof. Antonio Cascio, vittima di insulti e minacce da parte di alcuni Novax, e lo invitiamo a proseguire la sua attività di informazione seria e corretta”.

Prudenza, rispetto delle norme basilari del distanziamento sociale, estensione a macchia d’olio della campagna vaccinale: questa la Via Maestra affinché le restrizioni vengano allentare e i contagi debellati. Non resta che attendere il riscontro oggettivo, sul territorio, dell’osservanza di tali precise e insindacabili indicazioni scientifiche.

Angela Ganci