Un nuovo farmaco sperimentale potrebbe curare Covid, e potenzialmente anche altre infezioni da coronavirus, neutralizzando in modo ugualmente efficace ogni possibile variante di Sars-CoV-2. Il composto – messo a punto da un team di ricercatori americani guidati dal Dana-Farber Cancer Institute di Boston e denominato per ora con la sigla DF-COV-01 – funziona come un”esca’ che attira a sé il patogeno, lo ‘sequestra’ e lo inattiva prima che la sua proteina Spike possa legarsi al recettore Ace2 delle cellule bersaglio. Agisce quindi sul meccanismo stesso che permette al coronavirus pandemico di entrare negli organi target, una modalità che resta invariata indipendentemente dalla variante virale. Il candidato farmaco è descritto in un articolo pubblicato su ‘Science Advances’.
Mentre, come noto, gli anticorpi monoclonali anti-Covid stanno perdendo efficacia per l’emergere di nuovi mutanti di Sars-CoV-2, DF-COV-01 è un’altra cosa. Non è un monoclonale, ma appartiene appunto alla famiglia dei candidati farmaci detti ‘esche di Ace2’, molto più difficili da eludere per il virus. Le mutazioni che permetterebbero a Sars-CoV-2 di evitare l’esca, infatti, ne ridurrebbero la capacità di infettare. DF-COV-01, insomma, è stato progettato in modo da restare attivo sfruttando il naturale ‘istinto di sopravvivenza’ del virus.
Non solo: il principio attivo è stato concepito per essere il più potente possibile e sicuro. Gli scienziati coordinati da James Torchia, primo autore del lavoro, e dall’autore senior Gordon Freeman, hanno identificato le caratteristiche molecolari che rendono le esche Ace2 particolarmente efficaci e persistenti all’interno dell’organismo, e le hanno applicate alla costruzione del nuovo farmaco. In definitiva, DF-COV-01 è stato disegnato per ‘disinnescare’ la proteina Spike di Sars-CoV-2, imprimendo un cambiamento irreversibile alla struttura virale e dunque neutralizzando l’agente patogeno.
Secondo i ricercatori, oltre a essere potenzialmente efficace contro varianti di Sars-CoV-2 che sfuggono agli anticorpi monoclonali, il futuro farmaco potrebbe rivelarsi utile anche per trattare nuovi coronavirus che rischiano di emergere e minacciare ancora una volta l’uomo. Sebbene DF-COV-01 non sia ancora stato testato sull’uomo, gli studi preclinici necessari per l’approvazione delle fasi cliniche sono in corso e l’obiettivo è far avanzare rapidamente la sperimentazione. A supportare il progetto, tra gli altri finanziatori, ci sono anche il Dipartimento americano della Difesa e i National Institutes of Health.