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Covid, 12enne fragile curata con anticorpi monoclonali: dimessa

Finalmente una buona notizia sul fronte della lotta contro il Covid: una 12enne fragile, risultata positiva lo scorso 7 luglio, è stata curata grazie alla somministrazione di anticorpi monoclonali.

Si tratta della prima minorenne che riceve questa cura all’ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino.

La positività e la cura con anticorpi monoclonali ad Avellino

La 12enne, considerata soggetto fragile e con una serie di gravi patologie congenite, è risultata positiva al Covid lo scorso luglio. In seguito alle verifiche dell’Asl di Avellino, l’adolescente sarebbe risultata in possesso di tutti i requisiti per accedere alla terapia.

Trasferita all’ospedale Moscati di Avellino la scorsa domenica, i pediatri hanno somministrato gli anticorpi monoclonali. Dopo un periodo di osservazione di circa due giorni, questa mattina la giovane è stata dimessa e riaccompagnata a casa dagli operatori del 118. Sembra che stia bene.

Da aprile dello scorso anno a oggi, l’Azienda ospedaliera Moscati ha trattato circa 150 pazienti con la somministrazione di anticorpi monoclonali.

In cosa consiste la terapia

Gli anticorpi monoclonali sono molecole biologiche capaci di riconoscere e neutralizzare un antigene. Nella cura dei pazienti affetti da Covid, essi posso risultare utili nel prevenire le forme gravi della malattia.

Non tutti possono avere accesso, purtroppo, a questo tipo di terapia. Non solo per costi e difficoltà varie, ma anche perché servono una serie di requisiti. Tra questi ci sono:

  • Età superiore ai 12 anni;
  • Avere sintomi lievi o moderati (quindi non essere in ossigenoterapia), ma essere ad alto rischio di malattia grave;
  • Presentare un fattore di rischio di sviluppare una forma grave di Covid (due, se l’età è superiore ai 65 anni);
  • La positività deve essere recente (in genere gli anticorpi andrebbero somministrati entro 10 giorni).

Tra i fattori di rischio considerati per i pazienti candidabili rientrano:

  • Età superiore ai 65 anni;
  • BMI superiore a 35 (condizione di obesità);
  • Gravi forme di diabete mellito o di anemia falciforme;
  • Essere un paziente in dialisi;
  • Avere un tumore.

Naturalmente questi non sono gli unici fattori di rischio considerati. Inoltre, i sanitari procedono con la valutazione del singolo caso di volta in volta.