Sanità

Covid, Italia bianca, da Figliuolo un appello ai giovani



Questa settimana a cavallo tra giugno e luglio si apre con l’Italia tutta in zona bianca e senza più l’obbligo di mascherine all’aperto: una rivoluzione rispetto agli ultimi sette mesi.
Resta l’incognita della variante Delta – quadruplicati i casi a giugno rispetto a maggio -, che potrebbe imporre nuove zone rosse limitate, le riaperture saranno completate entro il dieci luglio dalle discoteche sotto le stelle.
E il commissario all’emergenza Francesco Figliuolo ha lanciati un appello ai giovani.
“Devono poter tornare in discoteca – ha detto – con atteggiamento responsabile e con il green pass”.

Bisogna insomma assolutamente evitare quel che accadde, in particolare in Sardegna ma non solo, con gli assembramenti nelle discoteche della scorsa estate che fecero ripartire prepotentemente i contagi in tutt’Italia.


“Devono riappropriarsi della propria socialità, della libertà e riprendere il gusto del futuro, come ha detto il presidente Draghi – ha sottolineato -. La vaccinazione è un atto importante, di consapevolezza e responsabilità. Con quella dei giovani si limita la circolazione del virus e quindi anche delle varianti”.
Restano però da vaccinare prima oltre due milioni e mezzo di ultrasessantenni, la fascia d’età che rischia di più con il coronavirus, che non hanno ancora ricevuto neppure una dose.
Il commissario ha annunciato l’impiego di cinquanta team mobili per andare a scovare gli over 60 che non sono riusciti o non hanno voluto prenotarsi, specie nei luoghi più impervi e isolati del Paese.
Figliuolo non ha dubbi nel confermare l’obiettivo dell’80% di vaccinati – l’immunità di gregge o di comunità – entro fine settembre, su una platea di 54 milioni di persone.
Le somministrazioni agli adolescenti tra i 12 e i 16 anni, affidate ai pediatri, slitteranno di alcune settimane in modo che si completi l’immunizzazione degli anziani, l’obiettivo da sempre prioritario.
Finora oltre il 55% della popolazione (33,1 milioni) ha ricevuto almeno una dose, ma con la Delta ormai è necessario considerare la vaccinazione completa.
“A oggi sono state effettuate quasi 49,5 milioni di somministrazioni – ha affermato il commissario -. Il 60% della platea ha avuto una dose e circa un italiano su tre è stato vaccinato. Si tratta di un bel risultato ma bisogna andare avanti”.
“A un certo punto si fa fatica a trovare i vaccinandi – ha spiegato -, lo abbiamo visto anche in altri Paesi, ma di vaccini a Rna (Pfizer e Moderna, ndr) ne abbiamo, a luglio solo poco meno di giugno”.
Figliuolo ha poi elogiato il comportamento degli italiani e fatto mea culpa su AstraZeneca un po’ a nome di tutte le autorità.
“Su AstraZeneca – ha detto – ci sono state più di dieci indicazioni diverse nel tempo, ma questo è causato dalla gestione di un virus nuovo e sconosciuto e dei progressi della farmacovigilanza. Forse si poteva comunicare meglio”.
Ora il controverso vaccino anglo-svedese non è più indispensabile.
“In un’altra condizione – ha ricordato Figliuolo -era necessario utilizzare tutto quel che avevamo a disposizione per far calare la curva dei contagi , ora invece possiamo usare altri vaccini per l’eterologa con la seconda dose” per chi ha avuto la prima di AstraZeneca.