Spostamenti, ristoranti, zone a colori, chiusure. Cambia radicalmente la battaglia contro il Covid in Italia. Una svolta voluta dal premier Mario Draghi che sarà ratificata domani in Consiglio dei Ministri.
Dove potrebbe già arrivare, con largo anticipo, il nuovo Dpcm, che sarà a differenza del passato un decreto
COSA CAMBIERA’
Intanto non dovrebbe essere nessuna zona unica arancione. L’idea, lanciata dal presidente delle Regioni Stefano Bonaccini, ha provocato subito diverse spaccature. Salvini non ne voleva sapere, molti Governatori erano scettici (“Perchè noi che abbiamo dati buoni dobbiamo chiudere i ristoranti?”, avrebbe detto qualcuno), e alla fine tutti hanno desistito.
Ai presidenti di Regioni preme soprattutto una cosa: che ci sia chiarezza e tempestività nelle comunicazioni.
Il Governo su questo punto è totalmente concorde: non accadrà più che ristoratori siano costretti a buttare migliaia di euro di spesa o gestori di impianti di sci a spendere inutilmente cifre consistenti per chiusure comunicate 24 ore prima.
Anche per questo, dunque, i decreti e le comunicazioni verranno fatte con larghissimo anticipo rispetto a quanto avvenuto fino ad ora.
Cambierà anche la comunicazione istituzionali. Ci sarà un portavoce unico del CTS, un portavoce unico dell’ISS. Basta dichiarazioni e basta virologi in televisione, non importa se per tranquillizzare o per allarmare. Insomma, stop alle chiacchiere. Anche da parte delle forze politiche al Governo e dei suoi rappresentanti. Si parla solo se si ha qualcosa da dire.
I RISTORANTI
Molti all’interno del comitato tecnico scientifico e anche tra i Governatori sono convinti che sia assurdo paragonare un ristorante ad un locale dove si fa ad esempio l’aperitivo. In un ristorante ci sono regole, distanziamenti e quant’altro, quindi perchè continuare a penalizzarli in questo modo? Su questo si sta ragionando.
Si sta anche ragionando nel differenziare le misure, perchè si è anche capito che è inutile non fare alcuna differenza tra un cinema o una palestra, tra un ristornate o un pub, tra un museo e una piscina o un concerto.
COSA NON CAMBIA
Rimane lo stop agli spostamenti tra Regione, sicuramente oltre il 25 febbraio e probabilmente anche oltre il 5 marzo.
L’Italia resterà comunque a colori, con chiusure chirurgiche localizzate dove serve, con zone rosse o lockdown totali pronti a contrastare l’avanzata delle varianti, che comunque gli esperti ritengono inevitabile.