Sanità

“Covid? Mi preoccupa di più l’Herpes zoster”

I sintomi insorgono all’improvviso. Di solito la maggior parte delle persone colpite manifesta febbricola, mal di gola persistente, dolori alle ossa e tosse. In alcuni casi si arriva anche alla febbre oltre 38,5 gradi e alla polmonite. Ormai viene considerata una sindrome parainfluenzale, solo che la nuova variante di Covid che sta colpendo in queste settimane l’Italia, la Kp3, presenta la stessa virulenza di una consorella che si manifestò nel Belpaese nell’estate del 2022.

Covid, la variente Kp3 in circolazione da inizio estate

La Kp3 è arrivata in Italia ad inizio estate e sta dilagando in una stagione che di solito è quasi del tutto esente dalle sindromi influenzali tradizionali che vengono tenute lontane dai raggi ultravioletti. Anche questo ceppo non desta particolari attenzioni e sono soprattutto i soggetti fragili e quelli in avanti nell’età a rischiare complicazioni che potrebbero manifestarsi anche per una qualsivoglia banale patologia. Ma il suo andamento diffusivo sta mettendo in seria difficoltà alcuni ospedali che stanno cominciando a riattivare percorsi separati tra persone non infette e contagiate per evitare di fare da “cassa di risonanza” al diffondersi del virus. Nei pronto soccorso delle grandi città, comprese quelle del sud e della Sicilia, negli ultimi giorni si stanno manifestando decine e decine di casi al giorno. Nel reparto delle emergenze del Policlinico di Catania una decina di giorni fa i casi erano 3-4 ogni 24 ore, oggi siamo oltre la decina, con alcuni giovani che restano in ospedale per miocarditi e anziani ricoverati per polmoniti. Gli infettivologi sostengono che non c’è granché da preoccuparsi, ma l’attenzione resta alta. Ne abbiamo parlato con Carmelo Iacobello, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’ospedale Cannizzaro di Catania.

Dottore cosa sta accadendo?

“In effetti non riusciamo a comprendere l’andamento del virus. Il nuovo ceppo ancora una volta sembra preferire l’estate per diffondersi. Non è la prima volta che accade. Già lo stesso andamento lo avevamo registrato nel 2022 quando ci fu una improvvisa recrudescenza che si manifestò nei mesi più caldi, luglio ed agosto. Evidentemente questo è un aspetto che contraddice la virologia generale. Noi sappiamo che i virus d’estate, sia per motivi sociologici, legati al fatto che la gente sta più all’aperto che al chiuso, ma anche per motivi anche di sensibilità dei virus ai raggi ultravioletti, dovrebbero avere meno resistenza. Invece il Covid si comporta come un virus estremamente diverso dai ceppi parainfluenzali. Una idea che si sta diffondendo tra gli infettivologi è quella che il Covid abbia lo stesso andamento dei virus come la Legionella, che si annida anche nei condizionatori. Ecco in questo caso una delle presunte responsabilità per la diffusione del Covid potrebbe essere la presenza di molti condizionatori in funzione che, creando condensa, formano un habitat naturale consono per la sopravvivenza del virus. Un po’ come succede per la Legionella e per altri virus dello stesso tipo. Ora per avere certezza di quello che dico gli epidemiologi dovrebbero cominciare a fare indagini precise”.

Sui sintomi possiamo stare tranquilli?

“La nuova variante Kp3 ha la caratteristica di essere molto diffusiva, ma finora ha dimostrato di essere abbastanza benigna nei sintomi, eccetto che negli anziani che sono soggetti talmente fragili per cui basta poco per avere una evoluzione sfavorevole”.

L’insorgere nuovamente di miocarditi da Covid nei giovani è preoccupante?

“Le miocarditi ci sono sempre state anche nei giovani, non è una novità. Ma è chiaro che pure in questo caso bisognerebbe capire con uno studio epidemiologico se esiste un incremento vero oppure no. Io comunque non sono sicuro che anche su questo fronte ci sia da preoccuparsi. Se vuole invece sapere cosa non mi fa stare tranquillo, le dico che sono preoccupato per l’aumento esponenziale di casi di Herpes zoster che non ha finora nessuna spiegazione logica, se non che c’è stato recentemente in tantissimi cittadini un abbassamento delle difese immunitarie. Forse abbiamo utilizzato troppo cortisone nei mesi più delicati del Covid? è possibile… In effetti, all’inizio della pandemia, qualunque paziente si presentava in ospedale con tampone positivo veniva sottoposto a massicce dosi di cortisone. Un errore clamoroso. Ora questo potrebbe avere abbassato le difese immunitarie in una quantità di popolazione rilevante, permettendo a virus come Herpes zoster, Citomegalovirus ed altri ceppi herpetici di diffondersi”.

Come difendersi da questi virus?

“E’ consigliabile tutelarsi con un vaccino apposito per l’Herpes zoster, che sarebbe molto efficace soprattutto per la popolazione di una certa età”.