Sanità

Covid, la maggior parte dei casi riscontrata tra i non vaccinati

La maggior parte dei casi segnalati in Italia sono stati identificati negli ultimi 14 giorni in soggetti non vaccinati” e “si stima un forte effetto di riduzione del rischio di infezione di Sars-CoV-2 nelle persone completamente vaccinate rispetto ai non vaccinati (88% per la diagnosi, 95% per l’ospedalizzazione, 97% per i ricoveri in terapia intensiva e 96% per i decessi)”. Questi i dati contenuti nel documento esteso del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità (Iss).

In particolare negli ultimi 30 giorni, il 33% delle diagnosi di Sars-CoV-2, il 46% delle ospedalizzazioni, il 71% dei ricoveri in terapia intensiva e il 69% dei decessi sono avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino.

E sull’efficacia delle vaccinazioni, dal 4 aprile (approssimativamente la data in cui la vaccinazione è stata estesa alla popolazione generale) al 18 luglio 2021, l’efficacia complessiva della vaccinazione, aggiustata per età – si legge nel rapporto – è superiore al 70% nel prevenire l’infezione in vaccinati con ciclo incompleto (70,2%) e superiore all’88% per i vaccinati con ciclo completo (88,2%).

L’efficacia nel prevenire l’ospedalizzazione, sale all’81% con ciclo incompleto e al 95% con ciclo completo.

L’efficacia nel prevenire i ricoveri in terapia intensiva è pari all’89% con ciclo incompleto e 97% con ciclo completo. Infine, l’efficacia nel prevenire il decesso è pari all’80% con ciclo incompleto e a 96% con ciclo completo”.

Queste stime – specifica l’Iss – non sono aggiustate per diversi fattori che potrebbero influire sul rischio di infezione/ricovero/morte e sulla probabilità di essere vaccinato