“Mi sono vaccinato, ma non è una risposta all’appello di Draghi”.
Matteo Salvini ha giustificato così la sua decisione dopo aver battagliato contro la necessità di vaccinarsi e dopo che ieri Mario Draghi aveva detto chiaramente: “L’invito a non vaccinarsi è un invito a morire o a far morire”.
“La mia – ha detto il capo della Lega – è stata una libera scelta, ma non ho alcun diritto a imporre niente a nessuno, soprattutto quando si parla di bimbi e ragazzi”, probabilmente a caccia dei voti dei diciottenni “che hanno tanto sofferto”.
E commentando le parole chiare e nette del Premier ha aggiunto: “Sono rimasto stupito negativamente”.
Ma quello che è stato definito “effetto Draghi” sul numero delle prenotazioni dei vaccini è stato dirompente: un autentico boom in tutte le re Regioni: dal Lazio al Piemonte, dal Veneto alla Lombardia.
Un aumento tra il 15 e il 200%, ha rivelato il commissario straordinario per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo.
Una svolta estremamente interessante se consideriamo che 4,8 milioni di italiani sopra 50 anni non si sono ancora vaccinati.
E a contribuire alla svolta, oltre alle parole di Draghi, è stato il preoccupante balzo in avanti dell’indice Rt che in Italia si attesa all’1,26 da 0,91 di sette giorni fa.
Continuano inoltre a salire i casi, con la variante Delta ormai prevalente, che nelle ultime 24 sono stati 5.143, 17 le vittime. Cresciuta anche l’incidenza, che passa da 19 a 41 casi per 100mila abitanti.
E Sicilia e Toscana registrano oltre il 3% di occupazione delle terapie intensive.
Stabile a 2,2% il tasso di positività, mentre calano le terapie intensive e aumentano di 70 i ricoveri.
Inoltre, nonostante la affermazioni di Salvini, i numeri dicono che si è abbassata l’età media dell’infezione a 25 anni: contribuiscono alla crescita i giovani, 10-19 e 20-29 anni.
Intanto appare in bilico il certificato obbligatorio per i professori, rischio Dad a settembre.