Sanità

Covid, Locatelli, “lockdown non vaccinati non proponibile in Italia”

La praticabilità di un lockdown per i non vaccinati “sia in termini concreti operativi sia per quanto riguarda la compatibilità con i diritti costituzionali penso sia alquanto problematica quindi non credo sia una soluzione proponibile nel nostro Paese. Quegli elementi non rendono la misura considerabile”. Lo ha detto il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli, rispondendo a una domanda ospite della trasmissione di Lucia Annunziata su Rai3, Mezz’ora in più.

Le manifestazioni no Green pass sono “difficilmente comprensibili per non dire al limite dell’ingiustificabile soprattutto quando poi sfociano nelle violenze che qualche volta le hanno connotate”. Così il coordinatore del Cts e presidente del Css, Franco Locatelli, che prosegue dichiarando -. “Di fatto tutto quello che è stato fatto in questo Paese è stato cercare di offrire le migliori condizioni di protezione e mi ripeto abbiamo la situazione più favorevole d’Europa esattamente per vaccini, mantenimento delle mascherine, Green pass sono stati tre pilastri fondamentali”.

E il presidente del Consiglio superiore di sanità ha poi tenuto a ricordare, sul tema, rispondendo a una sollecitazione di Lucia Annunziata sulla corretta comunicazione, i suoi richiami alla “responsabilità e sobrietà comunicativa per evitare di ingenerare sfiducia che non vuol dire, attenzione, negare assolutamente nulla o artatamente presentare dati che non siano rispondenti a verità ci mancherebbe – afferma Locatelli – altro vuol dire però dare dei messaggi chiari solidi e che non creino allarmismo solamente per avere qualche titolo di giornale”.

Locatelli, per farmaci anti-Covid non ho dubbi su gratuità

I nuovi farmaci anti-Covid “non sostituiscono il vaccino”. Sono “strumenti terapeutici importanti così come lo sono gli anticorpi monoclonali”, e “non ho il minimo dubbio che saranno disponibili gratuitamente”. Così il presidente del Consiglio superiore di Sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli, rispondendo a una domanda di Lucia Annunziata a Mezz’ora in più su Rai3, e ricordando il lavoro che sta svolgendo in Italia sugli anticorpi monoclonali Rino Rappuoli (“di cui essere fieri”). In vista anche l’antivirale della Merck, che presto verrà adottato in Gran Bretagna, e per la quale l’Italia si è già attivata per avere il dossier, e la cura Pfizer di cui l’azienda prevede presto di inviare i dati all’Fda americana. Sul fronte di quello che ha detto Peter Doshi, docente di Servizi sanitari farmaceutici ed esperto di sperimentazioni cliniche all’Università del Maryland, negli Stati Uniti, di cui si è occupato anche Report, che ritiene insufficienti i dati Pfizer su cui è basata la terza dose, Locatelli ha risposto che “il dimensionamento campionario degli studi è stato fatto nella maniera più adeguata per riscontrare eventuali segnali di allerta sul profilo di sicurezza per avere evidenza dell’efficacia”. Mentre in linea generale sul dissenso alla scienza e ai vaccini in Italia “è un problema – dice Locatelli – che non nasce solo dalla pandemia, che lo può avere esasperato e accelerato. Che ci fosse scarsa cultura delle vaccinazioni che permeava il Paese era evidente fin da prima. Il ministro Lorenzin dovette introdurre l’obbligo vaccinale perché i casi morbillo erano diventati più alti di tutta Europa dopo quelli della Romania perché c’era una assoluta resistenza ai vaccini incomprensibile”

Locatelli, vaccino 5-11 anni per tutela socialità e formazione

“La risposta è netta: quando saranno approvati da Ema e Aifa, non vedo perché non offrire la vaccinazione alla fascia di età 5-11 anni, negli Usa lo si fa già” e viene raccomandato dalle società di pediatri. Così il presidente del Css, Franco Locatelli, a Mezz’ora in più su Rai3. Seppur raramente anche i bambini sviluppano forme gravi di malattia o forme persistenti di Covid “dobbiamo tutelare la loro socialità, i loro percorsi educativi-formativi. Inutile lamentarci dei risultati dei test Invalsi se non facciamo di tutto per mantenere le scuole aperte”. La riduzione della circolazione del virus è un valore aggiunto.

Locatelli, raggiunto il 35% dei vaccinabili con terza dose

“Non sottovalutiamo che siamo già al 35% dei vaccinabili con la dose addizionale che l’hanno già ricevuta. Dobbiamo avviarci a completare la dose booster seguendo quei criteri di identificazione di priorità della popolazione. In settimana ci sarà una riflessione coordinata dal ministro della Salute se eventualmente abbassare e fino a che soglia un’ulteriore estensione per la terza dose. Però le priorità sono quelle che abbiamo identificato, anche perché sotto i 60 anni sono state vaccinate persone fino al mese di giugno quindi prima di dicembre non diventerebbero eleggibili a ricevere la dose addizionale o la dose Booster”. Così il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli a Mezz’ora in più su Rai3.

Locatelli, “per proroga emergenza dopo 31 gennaio serve norma”

La proroga dello stato di emergenza “fino al 31 gennaio 2022 è compatibile con la normativa e la legislazione attuale, da qui al 31 dicembre quando è prevista la scadenza passa ancora tempo prima che la questione possa più opportunamente essere considerata. È chiaro che se il governo, e la decisione è tutta politica, vorrà considerare questa ipotesi, o ferma al 31 di gennaio o necessita di provvedimenti normativi-legislativi per poterla estendere oltre”. Così il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli, a Mezz’ora in più su Rai3. Su sollecitazione di Lucia Annunziata, che gli chiedeva se è allo studio un cambiamento legislativo, Locatelli ha risposto: “Non se ne è affatto discusso, glielo dico sul mio onore”. (ANSA)