Società

Covid, tra zona rossa e lockdown gli italiani scoprono i sexy toys

Un coronavirus lungo ormai un anno, che ha segnato un duemilaventi quanto mai drammatico e da dimenticare.  Nonostante ciò, nelle fasi più acute dei lockdown per la pandemia, il virus ha stimolato l’interesse degli italiani a ritagliarsi uno spazio per i momenti d’intimità sotto le lenzuola.

Durante i mesi di marzo e maggio, infatti, l’acquisto dei preservativi è schizzato al +45,2%, ma a causa della prolungata distanza di coppie bloccate in regioni italiane diverse, anche gli eccitanti e personali sexy toys hanno allargato il loro bacino d’utenza.

I sexy toys più venduti

Basti pensare che la percentuale d’intenzione all’acquisto dei vibratori ha registrato un +161,6%, seguiti dai giochi erotici per lui(+136,6%) e dildo per lei (71,5%); infine i lubrificanti, intorno al 43,8%.

Se è pur vero che alla fine del lockdown, alle porte della stagione estiva, le percentuali sono scese, è anche vero che nelle successive chiusure che “a chiazze” hanno interessato le diverse regioni italiane per tutto il 2020, “l’industria del sesso” pare aver patito meno di altri settori il tracollo causato dalla pandemia.

Qds.it ha intervistato Concetta Chimenti, proprietaria dell’Esodiaco Sexy Shop di Palermo, per fare il punto della situazione. Affrontando il tema relativo ai profitti durante la pandemia, però, ci viene fatto notare che: “Il negozio è rimasto chiuso durante i lockdown forzati. Ciò ha significato la perdita di profitti, perché non tutti dispongono di distributori automatici e noi, piccoli imprenditori del sexy, siamo tassati come tutti gli altri che, generalmente, hanno più possibilità di restare aperti”.

Tuttavia, la stessa Chimenti conferma che: “Se i nostri clienti avessero saputo i tempi di inizio e fine lockdown, probabilmente sarebbero venuti da noi in negozio il giorno prima delle disposizioni di chiusura per comprare qualche sexy toys utile a rompere la loro routine sessuale”.

Anche dal Mutandina Sexy Duck di Palermo ci confermano che: “i clienti hanno vissuto questo periodo nell’incertezza (dei lockdown), pronti a fare scorte qualora si fossero verificate nuove chiusure”. E entrando nel merito dell’oggettistica: “profilattici e lubrificanti restano i prodotti più venduti”.

Quindi, da un lato la crisi economica dettata dalla pandemia che investe le piccole e medie imprese di questo settore, dall’altro il desiderio di soddisfare il proprio partner nelle versioni erotiche più stuzzicanti.

Crescita esponenziale delle vendite online

“Il fatto – prosegue la titolare di Esodiaco – è che durante i lockdown l’acquisto di questi prodotti è sì aumentato, ma perlopiù online. Questo ha comportato due ordini di problemi, in primis i prezzi inferiori dei sexy toys reperibili sul web, hanno incentivato all’acquisto migliaia di utenti. E secondo, questi prodotti a basso costo – comprati senza l’ausilio di un esperto, come un commerciante del settore, che spiega le modalità d’uso e che orienta all’acquisto di sexy toys che, talvolta, possono rivelarsi giochi pericolosi – sono qualitativamente scadenti. Chi conosce bene il mondo dei sexy toys è consapevole del  loro valore economico, del loro prezzo”.

Sesso e tabù

In realtà l’acquisto online dà il là anche ad un terza issue: quella del tabù sociale. Comprare sul web vibratori, preservativi, lubrificanti, dildo ecc. con una semplice carta prepagata, senza doversi recare in farmacia o al sexy shop, ricevendo dunque un semplice pacco consegna a domicilio, garantisce la piena discrezione dall’inibizione.

Eppure, sui veti del sesso in tutte le sue infinite sfaccettature (molestie, eros, goliardia, pornografia, prostituzione, noia ecc., che Qds.it tornerà ad affrontare) la nostra società pare ancora non essersi spesa abbastanza, nuda di fronte allo specchio della sua immaturità, su tabù che dall’altra parte del mondo non lederebbero neanche il più scalcinato e mediocre dei guru.

Gioacchino Lepre