Sanità

Covid a Catania, giovane mamma fuori pericolo. Atleta alle prese con il long Covid

La pandemia tra luci e ombre. Tra le luci c’è senz’altro la notizia che dopo mesi e mesi di ricoveri, di tragedie, ma anche di soddisfazioni per aver strappato alla morte pazienti che sembravano spacciati, alla rianimazione Covid del padiglione 8 del Policlinico di Catania, che ha trattato casi gravissimi sottoponendoli alla respirazione extracorporea non ci sono più pazienti in Ecmo. Dopo una lotta contro la morte durata oltre due settimane finalmente anche l’ultima paziente, una giovane mamma di 29 anni, è stata trasferita nel reparto di Pneumologia del prof Crimi dove ha già cominciato la riabilitazione polmonare.

Migliora anche il bimbo

La notizia è stata data con soddisfazione dal primario del reparto, Ettore Panascia. “Nonostante non ci sperava più nessuno alla fine i polmoni di questa ragazza hanno ripreso ad espandersi e a funzionare. Adesso la ragazza si trova in un reparto ordinario per la riabilitazione respiratoria. Ancora- ha puntualizzato il primario – non muove bene braccia e gambe ma siamo molto fiduciosi che avrà un buon recupero di tutte le funzioni”. Novità arrivano anche dall’Utin dove si trova ancora ricoverato il suo piccolo bimbetto, nato prematuro di sei mesi, con un peso che al momento di venire alla luce era soltanto di 600 grammi. Oggi il bimbo è arrivato a pesare oltre un chilo e continua a respirare autonomamente. La prognosi resta riservata, ma i medici sperano presto di poter scioglierla positivamente.

I rischi del long Covid

Dicevamo luci ed ombre. E stavolta le ombre arrivano sempre dalla Ecmo. Il primario Panascia racconta oggi anche l’odissea di un giovane atleta che ha avuto in cura nei primi mesi della terribile pandemia. “Abbiamo curato un giovane praticamente spacciato che ci era stato trasferito dalla Rianimazione del Garibaldi. Allora il suo recupero fu strabiliante, anche se poi ha dovuto fare una riabilitazione polmonare molto lunga. Ma i problemi per questa persona non sono finiti. Come io e molti altri colleghi andiamo dicendo ai cittadini, soprattutto quelli non vaccinati, alcuni dei malati, quando si negativizzano, rimangono affetti dal cosiddetto “long Covid”, una sindrome da post contagio che provoca infiammazioni ed altre patologie che perdurano nel tempo. Il paziente subito dopo le dimissioni dal nostro reparto ha accusato una artrosi aspecifica di tutte le articolazioni che lo hanno costretto a sottoporsi a una protesi bilaterale delle anche e delle caviglie”.

Misteri sulle cause

Il direttore della rianimazione non si spiega a cosa sia dovuta questa patologia. “Non riusciamo a capire la commessione con il virus, ma appare chiaro che ci sia. Ed è senz’altro il virus anche la causa degli innumerevoli versamenti pericardici che i cardiologi stanno appurando in soggetti che sono guariti dal Covid. In questo specifico caso – continua Panascia – stiamo parlando di una patologia che col tempo si supera, ma nel tempo e nel periodo che intercorre tra la guarigione e la fine del Long Covid molti pazienti accusano stanchezza atavica, debolezza e altre difficoltà”. Il long covid si riscontra in particolare nei soggetti non vaccinati che se colpiti dal Covid hanno accusato sintomi anche gravi pur senza finire in ospedale. “Il peggio adesso sembra essere passato – ha concluso Panascia – ma è sempre bene non abbassare la guardia”.

Giuseppe Bonaccorsi