E ora ci sono i vip “no vax” convinti, o comunque seguaci, di Luc Montagnier, il controverso premio Nobel francese ondivago, diciamo così, sull’efficacia dei vaccini.
A parlarne qualche giorno fa Carlo Freccero, giornalista ed ex consigliere d’amministrazione della Rai, che non si è vaccinato contro la Covid-19. Anzi, è ripetutamente sceso in piazza nelle manifestazioni contro il green pass.
Durante In Onda programma condotto da Concita De Gregorio e David Parenzo su La7, Freccero ha citato nome della persona che lo ha convinto a non ricevere la vaccinazione: «Ho parlato con Montagnier, il 12 agosto a Firenze, il quale mi ha detto “Ti consiglio di non farla” e non l’ho fatta». Lo stesso, pare, abbia fatto anche Gianni Rivera, uno dei più grandi calciatori della storia italiana.
Con Montagnier si è schierato anche Pippo Franco, attore romano, uno dei più popolari negli anni ’80 e ’90, è sceso in campo nella lista civica a sostegno di Enrico Michetti, candidato a sindaco di centrodestra per la Capitale.
Franco ha detto a “L’aria che tira”, su La7, di pensarla come il controverso virologo francese: “I vaccini a RNA possono causare danni genetici”. L’artista, comunque, pare che alla fine si sia vaccinato, pur senza entusiasmo.
C’è anche Gianluigi Paragone, giornalista, ex M5S e ora fondatore di ItalExit, uno dei no green pass più convinti. “Si arriva a parlare e a smentire un premio Nobel come Montagnier, è incredibile”, ha detto più volte in televisione.
Nel corso dei mesi era diventato una sorta di paladino dei no vax, con parziali retromarce o spiegazioni.
“Non sono contro i vaccini, alla cui ricerca ho dedicato gran parte della mia vita. Li ritengo molto importanti nella cura delle epidemie ma sono contrario a prodotti non sicuri, i cui effetti sono ancora del tutto sconosciuti”.
Continua il premio Nobel francese, spiegando la sua posizione: “Un vaccino può considerarsi sicuro solo dopo un tempo di sperimentazione molto più lungo – dice Montagnier -. Questa campagna vaccinale è stata effettuata con errori di carattere scientifico e medico che hanno aggravato la situazione.
Nei vaccini di solito è presente il virus attenuato che una volta iniettato stimola il sistema immunitario in maniera delicata. Gran parte dei vaccini, anche se non tutti, somministrati per combattere questa pandemia sono una terapia genica che serve a stimolare la produzione di proteine nelle nostre cellule. E’ un sistema che ritengo innaturale perché fa sì che il nuovo materiale genetico sia inserito nel nostro genoma. Nel corpo abbiamo cellule specializzate chiamate ‘cellule immunitarie’ che da sole sono in grado di produrre anticorpi. Da qui le mie critiche ma ripeto, non sono contrario ai vaccini”.