L’Italia si trova in un contesto “preoccupante per il riscontro di varianti virali di interesse per la sanità pubblica in molteplici regioni che possono portare ad un rapido incremento dell’incidenza”. Lo rileva la bozza del monitoraggio settimanale della Cabina di regia. E le differenze rilevanti tra le regioni destano ulteriori preoccupazioni.
Secondo le valutazioni nel monitoraggio settimanale (13 gennaio – 26 gennaio 2021) sul Covid in Italia con i dati Iss-Ministero della Salute, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,84 (range 0,76- 1,02). Una stima simile a quella della settimana precedente. Ma questa settimana, si legge nella bozza del rapporto, il range supera l’uno nel limite superiore, raggiugendo il valore di 1,02.
Si osserva un lieve generale peggioramento dell’epidemia con un aumento nel numero di regioni classificate a rischio alto (3 contro 1) e con la riduzione delle regioni a rischio basso in questa settimana (7 contro 10). Rt puntuale sopra l’1 in tre regioni: Umbria con il dato più alto (1.18), a seguire la PA di Bolzano a 1.06 e il Friuli Venezia Giulia a 1.03. Tutte le altre regioni sono sotto il valore soglia di 1, con l’Abruzzo e Toscana al limite, rispettivamente a 0.99 e 0.98. La PA di Trento il più basso a 0.61, seguono Veneto e Basilicata a 0.63.
La diminuzione dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni è più lieve di quella osservata le precedenti settimane: 273,01 per 100.000 abitanti (18-31 gennaio) contro 289,35 per 100.000 abitanti (11-24 gennaio), dati flusso Iss. Si segnala che in almeno uno dei flussi di sorveglianza coordinati dal Ministero della Salute e dall’Iss, 13 regioni evidenziano un trend di casi in aumento. L’incidenza resta molto nella Provincia autonoma di Bolzano (686,57 per 100.000; 25-31 gennaio). In 3 regioni e province autonome l’incidenza è superiore ai 200 per 100.000.
Si mantiene stabile il numero di regioni e PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (8 Regioni/PPAA). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale si colloca sotto la soglia critica (26%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 2.372 (26/01/2021) a 2.214 (02/02/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in diminuzione, passando da 21.355 (26/01/2021) a 20.317 (02/02/20201). Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali.
Poco lo spostamento dell’incidenza anche su 7 giorni: 132,64 per 100.000 abitanti nel periodo 25-31 gennaio) contro 136,5 per 100.000 abitanti (18-24 gennaio). “L’incidenza – si legge nel rapporto n.38 – è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate”. Le 3 regioni e province autonome che presentano una incidenza superiore ai 200 per 100.000 abitanti è nei 7 giorni.
In questa fase delicata dell’epidemia, questi iniziali segnali di contro-tendenza potrebbero preludere a un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente messe in atto adeguate misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. L’attuale quadro a livello nazionale “sottende forti variazioni inter-regionali”. In alcuni contesti, si spiega, “un nuovo rapido aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare ad un sovraccarico dei servizi sanitari in quanto si inserirebbe in un contesto in cui l’incidenza di base è ancora molto elevata e sono ancora numerose le persone ricoverate per COVID-19 in area critica”.
Si conferma “la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone” e di “restare a casa il più possibile“. È fondamentale poi che “la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie”, si legge sulla bozza dell’ultimo monitoraggio dell’Iss.