Sanità

Covid, obbligo vaccini, “entro un mese la decisone finale”

“Se ci accorgiamo che la situazione” sui contagi Covid in Italia “si sta aggravando, decidiamo misure più stringenti come l’obbligo“: la decisione va presa “nella prima settimana di ottobre, al massimo a metà del prossimo mese”, sostiene in una intervista al Messaggero Guido Rasi, ex direttore dell’Ema e ora consigliere del generale Francesco Figliuolo.

Sulla situazione degli over 50 che non si vaccinano, per Rasi “o si garantisce che queste persone possano stare tutte in smartworking o bisognerà prendere provvedimenti più drastici. Il Green pass ha dei limiti, ma è un incentivo gentile”.

“Non sono necessari” altri vaccini per fermare le varianti: “la Delta viene fermata dagli attuali vaccini. Dobbiamo sperare che resti dominante e vigilare sulla variante Mu, che invece potrebbe aggirare i vaccini“, conclude Rasi.

Quanto alla proposta nel Lazio dell’obiettivo al 90 per cento di vaccinati, Rasi afferma di essere ”perplesso, dipende da come è distribuita quella percentuale”, mentre sui richiami, sottolinea che ”ogni vaccino ha la propria durata. Alcuni durano tutta la vita, altri una stagione, come quello dell’influenza.

Per questi vaccini dobbiamo ancora capire. Sicuramente c’è un calo dell’immunità, ma quando trasliamo i risultati dobbiamo esaminare il territorio da cui prendiamo i dati. Israele ha fatto un grande lavoro però c’è una disomogeneità enorme, ci sono intere comunità non vaccinate. Anche negli Stati Uniti le vaccinazioni sono a macchia di leopardo.

Il Regno Unito ha sbagliato con il lungo periodo tra prima e seconda dose, un punto debole che ha favorito al Delta. Nonostante gli errori però è lontana dalle centomila infezioni al giorno che tutti temevano. E sta tenendo. Questo nonostante uno scarso uso delle mascherine. Dunque, nel Regno Unito tutto sommato la copertura vaccinale prosegue”.

Parole positive infine per i giovani, che in Italia stanno vaccinando in un numero superiore alle previsioni: ”Un risultato importante, avrà un effetto benefico sulle scuole. Rispetto ai quarantenni, ai cinquantenni e ai sessantenni, più facilmente influenzabili dalle fake news sui social, hanno dimostrato di essere molto più smaliziati. Al momento – aggiunge – i dati a disposizione rendono necessaria la terza dose per immunodepressi e operatori sanitari. Vedremo le prossime decisioni di Fda ed Ema. Ma la macchina organizzativa ormai è rodata”.