“Siamo alla coda della pandemia” e perciò possiamo sognare “di riprenderci una a una tutte le libertà perdute negli ultimi due anni”. E’ ottimista Sergio Abrignani, immunologo della Statale di Milano e componente del Comitato tecnico scientifico, che in un’intervista al Corriere della Sera si dice pronto a stipulare una sorta di contratto con la variante Omicron: “Ci metterei la firma, se il virus restasse così e non cambiasse più”.
Il punto, osserva, è che “sia Omicron 1 sia il tipo 2 sono meno pericolose di Delta per i vaccinati con due o tre dosi in quanto, è ben dimostrato, inducono meno malattia severa. Mi auguro che sia questo il virus destinato a restare fra noi diventando endemico. Penso sia difficile che spunti fuori una variante più contagiosa. Fra gli italiani che si sono immunizzati con il vaccino, con l’infezione naturale causata dalle precedenti varianti e infine da Omicron, si raggiunge un alto livello di immunità. Così si arriva all’endemia. Il virus non sparisce ma continua a circolare dando origine a un limitato numero di casi”.
Secondo Abrignani, è appropriato parlare di “miracolo” compiuto grazi ai vaccini: “Dieci mesi fa eravamo alle prese con coprifuoco e locali chiusi. Oggi con l’85% della popolazione vaccinata abbiamo praticamente ripreso in pieno la vita normale. Per i cittadini con green pass rafforzato non esistono luoghi preclusi”. Quanto all’ipotesi di una quarta dose, “a maggior parte dei vaccini contro altre malattie infettive – evidenzia l’immunologo – richiede tre dosi per innescare una protezione valida negli anni. E` la schedula classica. Abbiamo visto il governo israeliano somministrare la quarta dose a due mesi dall’ultima. Non è servita a nulla sul piano del rafforzamento dell’immunità. Ecco perché la validità del green pass è stata prorogata senza scadenza. Anche se più avanti dovessimo avere l’evidenza di un nuovo calo di protezione nei vaccinati tre volte, penso sia improbabile insistere con lo stesso vaccino.
Avrebbe poco senso”.
Infine una riflessione sulla “fiacca” adesione al vaccino da parte dei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni: “La speranza è che, con le nuove norme sulla scuola, le famiglie si sentano incentivate. I bambini immunizzati non andranno in didattica a distanza, una specie di premio per loro stessi e per i genitori”.