Covid, sintomi Omicron, può provocare la paralisi del sonno

La variante Omicron del Coronavirus è più contagiosa ma meno letale. Ma i suoi effetti non sono meno gravi delle altre varianti. A differenza della Delta che più facilmente colpisce i polmoni, si ferma più spesso ai bronchi. E sappiamo che seppur più contagiosa sembra essere meno grave, quantomeno per chi si è vaccinato. Tra le persone contagiante con questa nuova mutazione del Covid hanno segnalato un sintomo nuovo che consiste nella cosiddetta “paralisi del sonno”.

In cosa consiste la paralisi del sonno

Secondo il Servizio sanitario nazionale “la paralisi del sonno è quando non puoi muoverti o parlare mentre ti svegli o ti addormenti”. Una condizione che si verifica quando una persona non può muovere i muscoli perché è come se stesse dormendo mentre il cervello è sveglio. Il disturbo può colpire in qualsiasi fase del sonno.

La paralisi del sonno rientra tra le parasonnie ed è caratterizzata dall’inclusione della paralisi fisiologica dei muscoli caratteristica della fase Rem che si inserisce in un momento di transizione tra la veglia e il sonno.

In sostanza si ha come la sensazione di essere svegli e paralizzati. Una sensazione che dura pochi secondi ma che può sembrare da chi la vive un momento molto più lungo e soprattutto molto angosciante e pauroso.

Tutti i sintomi di Omicron conosciuti

Secondo la ricerca sarebbero cinque i sintomi principali: naso che cola, mal di testa, senso di affaticamento, starnuti e mal di gola. Gli stessi autori dell’articolo rilevano che si tratta solo di prime indicazioni e molto parziali, basate sui casi positivi osservati a Londra, dove la variante Omicron è molto più diffusa che nel resto della Gran Bretagna. Il governo britannico ha poi aggiunto alla lista febbre, tosse e perdita di olfatto e gusto, sebbene questi sintomi siano più associati alla variante Alfa.

I sintomi di Omicron secondo i Cdc Usa

Tosse, senso di stanchezza e naso che cola sono, in quest’ordine, i sintomi indicati dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti (Cdc), secondo i quali la perdita di gusto e olfatto sarebbero meno diffusi.

L’epidemiologa Katherine A. Poehling, consulente dei Cdc, osserva comunque che i sintomi finora individuati si basano sui dati osservati in alcuni casi positivi e non su studi scientifici.

I sintomi per il virologo Francesco Broccolo

“E’ prematuro parlare di sintomi perché non ci sono ancora dati affidabili pubblicati” anche per il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca. Quello che invece indicano i dati provenienti da Scozia e Nord Europa, prosegue il virologo, è che “i casi provocati dalla variante Omicron sono associati a un’ospedalizzazione decisamente inferiore, stimata due terzi in meno, ma non è chiaro se questo si debba alla copertura vaccinale o a una minore reale virulenza della Omicron”, ha aggiunto riferendosi a caratteristiche del virus come maggiore trasmissibilità, fuga dagli anticorpi neutralizzanti generati dal vaccino e maggiore capacità di replicarsi.