Palermo

Covid, l’allarme di Uil: “Mancano tamponi negli ospedali di Palermo”

“I contagi in Sicilia aumentano e sono oltre 170mila i cittadini positivi isolati a casa. Pochi quelli che poi ricevono una chiamata dalle Usca. La maggior parte resta, infatti, in attesa di capire come curarsi e che iter intraprendere dopo. Ma a peggiorare la situazione anche la mancanza di tamponi negli ospedali. La situazione non è più sostenibile”. A lanciare l’allarme sono la Uil e la Uil Fpl Sicilia e Palermo, guidate da Luisella Lionti ed Enzo Tango, che aggiungono: “Chiediamo subito un intervento per garantire la sicurezza agli operatori sanitari e ai cittadini, ma soprattutto una vera riforma del settore per gestire i malati e i contagi, non più tracciabili”.

Il sistema sta andando in tilt

“Da qualche giorno – spiegano – registriamo segnalazioni di mancanza di tamponi all’ospedale Civico, ma anche nelle altre realtà ospedaliere del Palermitano. Con l’arrivo della quarta ondata e l’aumento dei contagi il sistema sta andando in tilt. Per questo è necessario capire subito che fare e agire in tempo. E necessario tutelare il personale esposto in prima linea nella lotta al Covid – concludono i due leader sindacali – ma soprattutto i pazienti che chiedono cure per altre patologie e che non possono rischiare, per mancanza di tamponi, di essere anche contagiati dal virus”.

Il bollettino della settimana

Nella settimana appena conclusa i nuovi positivi in Sicilia sono 73.163, il 9,3% in più rispetto alla settimana precedente e più di due volte e mezzo il numero registrato 14 giorni fa. E’ rimasto sostanzialmente stabile il rapporto fra tamponi positivi e tamponi effettuati, passato dal 20,2% al 20,4%. Lo rende noto l’ufficio Statistica del Comune di Palermo, evidenziando in una nota i dati relativi all’andamento della pandemia da Covid in Sicilia e diffusi ieri dal Dipartimento della Protezione Civile.

“Nella settimana appena conclusa – rileva lo statistico Girolamo D’Anneo – si è registrato un aumento del numero dei nuovi positivi (con un tasso di incremento però inferiore al 10%, contro il +140,6% della settimana precedente), accompagnato da un forte aumento del numero delle persone ricoverate, dei nuovi ingressi in terapia intensiva e dei decessi”.