Salute

Covid guastafeste, picco di casi e focolai a Palermo e Catania: mascherine obbligatorie in una scuola

A Palermo sono tornate le file alla Fiera del Mediterraneo. Non è la corsa al vaccino, ma al tampone. Ed è il chiaro segno che i contagi sono nettamente cresciuti, soprattutto a Palermo e Catania.

Solo nel capoluogo ieri sono stati registrati 600 nuovi contagi, più di un quarto del totale dei casi diagnositcati in tutta l’Isola che ammonta a 2338. Si tratta di un dato cresciuto notevolmente e che è probabilmente il preludio di un nuovo boom di casi a ridosso del Natale.

Il commissario Covid della provincia di Palermo, Renato Costa, intervistato dal Giornale di Sicilia mette in evidenza il ritorno delle file di macchine e persone all’entrata della fiera per chiedere di sottoporsi al test antigenico.

In aumento focolai e ricoveri

E a crescere, come ha spiegato Costa “è anche il numero dei focolai che individuiamo nelle case di riposo del capoluogo. Il guaio è che, oltre al rialzo delle infezioni, stiamo assistendo a un costante incremento delle ospedalizzazioni. E attenzione, non si tratta di pazienti ricoverati per altre patologie, trovati positivi e piazzati nelle cosiddette ‘nuvole’ ma di malati Covid veri e propri, con sintomatologie respiratorie anche pesanti”. I casi più gravi riguardano soprattutto anziani vaccinati ormai molti mesi fa o soggetti fragili. Ma nei reparti si trova anche qualche giovane. A Catania la situazione non è molto diversa.

Nuove e vecchie misure

Mentre si discute di ridurre il periodo di isolamento di chi ha contratto il Covid, in una scuola della provincia di Palermo, l’Ugo Marsia di Carini, una circolare rimette al centro l’obbligo di mascherina in classe per il personale e per gli alunni a rischio di sviluppare forme severe della malattia, e adotta altre precauzioni come avveniva già durante la pandemia. Segno che la preoccupazione è tornata a farsi sentire.

Il governo, intanto, si prepara ad allentare il periodo di isolamento per gli asintomatici positivi. “Stiamo lavorando per fa sì che gli asintomatici possano rientrare nelle loro attività dopo cinque giorni. Su questo, a breve, presenteremo un disegno di legge”, ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci.