“Il vaccino riduce in alcuni punti percentuali (10%) nel tempo a distanza di 4-6 mesi ma ancora mantiene una protezione residua, quindi si può dire che la popolazione generale ha comunque ancora una protezione. Io credo che sia fondamentale dare rinforzo ai più fragili perché abbiamo visto che rispondono male e dobbiamo metterli in sicurezza, sull’eventuale vaccinazione universale di richiamo io dico di aspettare a capire meglio passando il tempo quanto si riduce la protezione, e vediamo come sarà l’andamento durante questo inverno”.
Così all’ANSA il virologo dell’Università di Milano e direttore dell’Irccs Galeazzi, Fabrizio Pregliasco, in merito alla terza dose che, secondo le indicazioni del ministero della Salute e della struttura Commissariale parte ufficialmente domani 20 settembre, per le persone immunodepresse, anche se in alcune realtà hanno già iniziato la somministrazione.
“Ci aspettiamo un colpo di coda del virus perché in inverno come per gli altri virus respiratori – spiega Pregliasco – c’è una facilitazione dell’infezione, quindi sarà bene organizzarci immaginando uno scenario pesante, una possibile invernata con un altra onda, anche se, e lo ha già dimostrato, la pandemia si sviluppa con onde come quelle di un sasso nello stagno: le prime sono quelle più brutte e le altre sono a degradare”. In Inverno, sottolinea ancora Pregliasco, “ci sono condizioni meteo favorevoli, siamo più in casa, a scuola, si riduce lo smart working, quindi attrezziamoci per uno scenario non piacevole, immaginando che non lo sia, e a quel punto pensiamo a una dose di richiamo per i soggetti più fragili nel prossimo autunno-inverno, e verifichiamo se sarà necessario rinforzare a livello universale, quindi per tutti, un richiamo”.