Il ministro della Salute di Israele Nitzan Horowitz ha dichiarato che è probabile ci si debba sottoporre a una quarta dose di vaccino anti-Covid. Questo dopo aver svelato che il 9% dei casi riscontrati riguardava persone che avevano già ricevuto la terza dose.
Il governo israeliano sostiene che il Paese si trovi in procinto di una quinta ondata del virus. I contagi stanno infatti risalendo, i vaccini sembrano aver ridotto la loro efficacia e il 40% dei casi attivi riguarda i bambini, in precedenza parzialmente risparmiati dal virus.
Il consiglio degli esperti è quindi quello di non abbandonare le misure di contenimento e di utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuale.
Quasi il 40% dei casi attivi di covid in Israele si riferisce alla fascia d’età sotto i 12 anni. Lo si evince dai dati del ministero della sanità secondo cui su 6.505 israeliani attualmente malati, 2.574 sono bambini.
Da ieri è cominciata la vaccinazione dei minori tra 5 e 11 anni che in Israele sono circa oltre un milione e 200 mila: un gruppo rilevante di popolazione.
Intanto i casi (e il Fattore R sopra 1) sono in leggera salita rispetto ai giorni scorsi: ieri i positivi sono stati 603 su 82.309 test con un tasso dello 0.74%. I casi gravi sono 124.
Presieduto dal premier Naftali Bennett, si è riunito il cosiddetto Gabinetto sul coronavirus. In previsione della imminente festa di Hannukkà (da domenica 28 per una settimana) è stato deciso di estendere le attuali restrizioni per gli spazi chiusi. Come ha spiegato il professor Eran Segal dell’Istituto Weizmann Institute la causa del contenuto aumento dei casi è dovuto ai 670.000 israeliani non vaccinati del tutto, al milione di persone che hanno solo 2 dosi e ai bambini sotto i 12 anni. La somministrazione della terza dose in Israele è cominciata a luglio scorso: ad oggi hanno avuto il booster in più di 4 milioni.