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Ricciardi, “Sicilia arancione? Il virus così durerà molto tempo”

Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, parla della pandemia da coronavirus, non lesinando critiche alla gestione dell’epidemia: “Sicilia in zona arancione? La sua evoluzione è stata positiva ma in generale, visto che la Sicilia è comunque in una situazione peggiore, si può dire che c’è una rassegnazione sbagliata a tutto questo”.

Ricciardi continua dicendo che “le misure di Natale hanno evitato un aumento forte, ma siamo in una condizione di fermo. Non riusciamo a bloccare l’epidemia. La circolazione è così intensa che il Paese quasi si sta acclimatando a tutto questo. Se non si fanno azioni energiche durerà per tanto tempo. Tanti casi, tanti morti, e se si abbassa la guardia si può risalire. Ci vorrebbe una strategia concentrata nel tempo, che manca del tutto”

L’ex presidente dell’Iss continua ad evocare il lockdown come “soluzione definitiva al problema. I numeri attuali rendono impossibile il tracciamento il virus si insegue. Non si cerca più di indagare e di spegnere i focolai, si potrebbe col tracciamento tecnologico ma vista la app depotenziata (Immuni) anche questo non è realistico.

Il centro controllo delle malattie europeo è stato molto chiaro: il tracciamento si fa sotto 50 casi su 100000, nessuna regione è in queste condizioni. Tutto questo è un grande sfibrarsi, alternare chiusure senza risolvere il problema”.

Ricciardi sottolinea come “abituarsi al virus” sia “un errore. Non si riprende mai la normalità ma si vive sempre nella precarietà. Non riguarda solo l’Italia, ma è vero che l’Italia ha sprecato una grande occasione: avevamo 100-200 casi a maggio e giugno, avremmo potuto ammazzare la bestia. Abbiamo sottovalutato la pandemia. La precarietà è lo stato psicologico più dannoso e pericoloso.

Il consigliere di Speranza parla anche di un’ Europa “che si sta dimostrando debole. Come tutte le democrazie occidentali si stanno dimostrando inadeguate. Anche per motivi nobili, certo, perchè si è molto sensibili alla limitazione della privacy, ma della privacy se sei povero o non puoi uscire di casa che te ne fai?”