Aumentano i ricoveri nelle terapie intensive, con segnali molto preoccupanti soprattutto per la Sicilia ma anche per la Sardegna, mentre la frenata dei contagi osservata nei giorni scorsi si va attenuando e il tasso di positività balza al 4%.
E’ una situazione difficile, instabile e delicata, quella dell’epidemia di Covid-19 nelle due regioni, dove la curva che si comincia a delineare ricorda molto quella dell’estate 2020: con un aumento rapido seguito da un rallentamento e poi nuovamente da una crescita veloce.
I dati dell’ultimo bollettino, quello di ieri, del Ministero della Salute indicano che, in tutt’Italia, i nuovi casi positivi sono stati 4.200 in 24 ore contro i 5.735 del giorno precedente: una flessione dovuta, come ogni lunedì, al basso numero di test eseguiti.
Il ministero indica infatti che i nuovi casi sono stati individuati tramite 102.864 tamponi, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 203.511 del giorno prima. Il tasso di positività è perciò salito dal 2.8% al 4%.
I morti sono raddoppiati rispetto al giorno precedente: ventidue.
“Seppure a livello nazionale sembra che la situazione dei positivi sia soddisfacente – ha spiegato il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) -, ci sono segni di allarme a livello regionale e provinciale”.
Sebastiani ha rivelato che il calo dell’incidenza media dei positivi in Sicilia e nella Provincia autonoma di Trento è quasi nulla.
Per il fisico teorico Enzo Marinari, dell’Università Sapienza di Roma, la situazione ha elementi che richiamano quanto avvenuto nell’estate scorsa: “un anno fa – ha detto – assistevano a un identico processo, con una crescita rapida seguita da un rallentamento di alcune settimane e poi di nuovo dalla crescita veloce tra fine settembre e l’inizio di ottobre.
“Al momento – ha concluso -, ci troviamo agli inizi della curva e quello che emerge con chiarezza è che ad essere più toccati dall’infezione sono i non vaccinati”.
E la paura maggiore proviene dall’incremento giornaliero dei casi.
Ancora una volta il numero più alto si è registrato in Sicilia, con 923, quasi il doppio della seconda regione, la Toscana (492), seguita da Lazio (474), Veneto (425), Campania (315), Lombardia (200), Sardegna (172) e Puglia (144).
Ma a preoccupare, come detto, sono soprattutto i ricoveri.
Il ministero della Salute segnala che sono complessivamente 323 i ricoverati in terapia intensiva, con un incremento di 24 in una giornata nel saldo tra entrate e uscite e 39 nuovi ingressi. Sono aumentati di 115 unità anche i ricoverati con sintomi nei reparti ordinari, per un totale di 2.786.
I dati più aggiornati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), segnalano che, sebbene a livello nazionale il tasso di occupazione delle terapie intensive sia stabile al 3%, il monitoraggio giornaliero relativo all’8 agosto indica un aumento significativo in tre regioni.
Tra queste la Sardegna, che arriva all’11%, oltre la soglia critica fissata al 10% e indicata come uno dei nuovi parametri per il cambio di colore, seguita da Sicilia (7%) e Marche.
L’Agenas segnala inoltre che è arrivato al 5%, a livello nazionale, il tasso di occupazione dei posti letto Nei reparti ordinari per pazienti affetto da Covid-19. Quattro regioni in particolare vedono un aumento dell’1%: sono la Calabria (11%), Toscana (5%), Piemonte (2%), Basilicata (7%).