“Fitsum Askale non c’è più. Il Covid-19 lo ha ucciso a soli 38 anni. Eritreano, era sbarcato a Siracusa 15 anni fa circa di anni fa per scappare dalla guerra civile”. Comincia così il post di un utente Facebook per far sapere della prematura scomparsa di un amico, morto per Coronavirus all’ospedale “Umberto I” di Siracusa.
Da quello che l’autore del post racconta su Fitsum “al telefono mi diceva che da quando era ricoverato in ospedale gli era tornata la fame e che non aveva più febbre. La speranza non lo aveva mai abbandonato. Ricoverato per una Bronchite trascurata, è entrato in ospedale negativo al covid il 31 agosto.
Stamattina, (riferito a ieri 23 settembre) la telefonata dell’ospedale per comunicarci che era risultato positivo, quattro ore fa (oggi, 24 settembre) un’altra telefonata per dirci che era morto”.
Dai commenti di altri amici di Fitsum si legge: “era vaccinato. Doveva fare la seconda dose ma la sopraggiunta febbre lo ha costretto a far slittare la data della seconda, che alla fine non ha mai fatto”.
Si legge ancora nel post Facebook, parlando del 38enne: “Fitsum nell’ultimo periodo si adattò a lavorare come cameriere. In Italia non aveva parenti, i genitori erano rimasti in Eritrea, il fratello si era stabilito in Svezia”.
Si spera, adesso, che alcuni parenti riescano a mettersi in contatto per poter organizzare un funerale per Fitsum o dargli l’ultimo saluto.
Conclude l’autore del post e amico dell’eritreo morto per Covid “rimpiango le incomprensioni e i lunghi silenzi che spesso hanno accompagnato la nostra amicizia. Lo volevo più indipendente e sintonizzato con la nostra cultura. Mi accontenterei di averlo tal quale pur di poterlo riabbracciare. E’ morto con dignità, in silenzio e probabilmente senza che lo percepisse”.