“Non possiamo pretendere di chiamarvi a ratificare decisioni già prese, ma possiamo e vogliamo chiedervi di partecipare a un processo decisionale che certo dovrà essere tempestivo, snello, ma che non potrà calare sulle vostre teste”.
Questa l’apertura “politica” del Governo Draghi alle Regioni, nelle parole della ministro delle Autonomie Mariastella Gelmini.
“Non servono divisioni, ma soluzioni”, ha detto.
E la prima soluzione, che sarà adottata nel Consiglio dei ministri di oggi, sarà la proroga di trenta giorni del divieto di spostamento tra Regioni, in scandenza il 25 febbraio e che si allungherà dunque fino al 27 marzo.
La strategia complessiva del nuovo esecutivo sarà poi definita con il Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm), che seguirà quello in scadenza il cinque marzo.
Visite ad amici e parenti
Sarà confermata anche la possibilità di fare visita ad amici e parenti, ossia la regola, per ora valida fino al cinque marzo, che consente di spostarsi verso un’altra abitazione privata massimo in due persone, più i figli minori di 14 anni.
La voglia di uscire nel week end
Il tutto in un’Italia che ieri ha visto entrare in vigore la zona arancione in Campania, Emilia Romagna e Molise, con una voglia di uscire dei cittadini che con il bel tempo sembra quasi irrefrenabile.
E ciò nonostante la curva dei contagi non accenni a deflettere, ben oltre i diecimila test positivi al giorno, con pazienti in aumento in terapia intensiva e nei reparti ordinari e i decessi ancora decisamente sopra i duecento.
Anche a Napoli, come in Lombardia, nonostante le nuove restrizioni si sono viste file sul lungomare e nei bar.
Le richieste delle Regioni
I Governatori, nell’ultima Conferenza delle Regioni, avevano consegnato alcune proposte al ministro della Salute Roberto Speranza e alla Gelmini. Quest’ultima ha assicurato che oggi se ne discuterà in Cdm.
I presidenti di Regione, come si ricorderà, chiedono di inserire nella cabina di regia politica – non quella del monitoraggio del contagio – anche i ministri economici “al fine di dosare gli impatti delle decisioni sui cittadini e le imprese”.
“In via strutturale, lo stesso provvedimento che introduce restrizioni per il Paese e poi restrizioni particolari per singoli territori – si legge nel documento della Conferenza – deve anche attivare gli indennizzi e salvaguardare le responsabilità, garantendo la contestualità a prescindere da chi adotta il provvedimento”.
Insomma, ristori tempestivi a qualsiasi livello per le categorie penalizzate dalle chiusure sia nazionali che locali.
I Governatori hanno insistito inoltre – dopo le polemiche innescate dalla decisione di non riaprire le piste di sci – sul “preavviso congruo” che il governo deve dare per evitare il caos.
Anche su questo la Gelmini ha dato rassicurazioni.
Monitoraggio a inizio settimana
L’ipotesi che circola è che il monitoraggio venga effettuato a inizio settimana e non il venerdì, per non far arrivare la decisione sui colori delle zone troppo a ridosso del week end.
Le Regioni hanno chiesto inoltre di accelerare la campagna vaccinale, reperendo le dosi necessarie e collegando il problema ai criteri che hanno regolato finora i colori, a cominciare dal cosiddetto Rt, l’indice di trasmissibilità.
“Si ritiene indispensabile procedere a una revisione dei parametri e alla contestuale revisione del sistema delle zone – si legge nel documento delle Regioni -, nel senso della semplificazione, che passi funzionalmente anche da una revisione dei protocolli per la regolazione delle riaperture, in senso anche più stringente laddove necessario”.
“È evidente – è la conclusione – che se la campagna vaccinale accelera, l’Rt perde progressivamente di rilevanza”.