Covid-19, come vive la pandemia il continente africano? A spiegare la grave situazione in Africa a QdS.it è il professore Umberto Palma, presidente del CONADI (Consiglio Nazionale Diritti Infanzia e Adolescenza), alla luce dei dati aggiornati provenienti dal Niger.
“In Niger, ultimamente, per fortuna, il numero di contagi è diminuito, sono stati identificati centri di isolamento e di trattamento, e un laboratorio per i test. Le missioni hanno prontamente adottato misure di sicurezza e riadattato i progetti in corso alle nuove procedure anti-Covid19.
A livello regionale, la situazione è ancora contrassegnata da un contesto di forte insicurezza e instabilità, che costringe gli operatori umanitari in un’area a mobilità ridotta; lo stato di emergenza è ancora in vigore nelle regioni di Tillabéry, Tahoua e Diffa con l’imposizione di scorta armata. Gli operatori umanitari non hanno scorta armata, ma devono fornire la pianificazione settimanale dei loro movimenti nella regione, inoltre si impone il problema mai sopito dei molti crimini in aumento in alcune regioni, che rendono la situazione pandemica ancora più complessa, in particolare nelle principali città e nelle aree di confine (Agadez, Maradi, ecc.) poiché espongono gli umanitari a diversi rischi”.
“Secondo il comunicato pervenuto in data 7 Ottobre 2021, da parte del segretario generale del Ministero della Salute pubblica e Affari sociali, Adamou Moustapha, si registrano dodici nuovi casi positivi (nove da viaggiatori che hanno effettuato il test PCR Covid-19 e il test antigenico e tre sospetti su 762 test realizzati, di cui quattro femmine e otto maschi), sette casi positivi provenienti dalla regione di Niamey, due da Agadez e tre decessi sempre nella regione di Niamey.
Sempre il comunicato del 7 Ottobre riporta il dato che, su 150.915 persone testate, 5.950 sono state dichiarate positive. Di queste, 5.679 guarite, 204 decedute e 12 ospedalizzate, ma nessuno in rianimazione”.
“Il Governo avvisa la popolazione che il virus circola fortemente a livello comunitario, con la presenza di un numero sempre maggiore di casi con sintomi spesso gravi. Lo stesso Governo, inoltre, invita la popolazione al rispetto di tutte le norme principali, come portare la mascherina sempre, lavaggio delle mani con acqua e sapone, utilizzo di gel idro-alcolici, vaccinarsi contro il Covid-19.
Si respira purtroppo preoccupazione: l’Oms riferisce che oltre il 70% dei Paesi africani non raggiungerà l’obiettivo auspicato, a settembre 2021, del 10% della popolazione vaccinata. Con i ritmi attuali, per raggiungere il 60% della popolazione, l’Africa impiegherà oltre tre anni: infatti, secondo una recente stima, solo sei Paesi africani su 54, nel 2023, avranno raggiunto un’ampia copertura vaccinale.
L’Africa è in fondo alla classifica dei continenti, per popolazione vaccinata: circa il 2,7% la percentuale di persone vaccinate con due dosi. Intanto, a fine Agosto, il 27% della popolazione mondiale risulta completamente vaccinata, con percentuali differenziate, in Europa oltre il 47%, in Usa il 51% e in Cina il 62%. La speranza è di una progressione rapida della campagna vaccinale e di un utilizzo consapevole delle misure di contenimento della pandemia, in un continente già flagellato da guerre intestine, povertà economico-sociale, mancanza dei basilari mezzi di sussistenza”.
Angela Ganci