Prevedere lezioni a distanza in tutte le scuole nelle zone rosse regionali o in quelle locali, ma anche oltre il superamento di una determinata soglia di incidenza – cento casi ogni centomila abitanti -, a prescindere dal colore.
Dal Comitato Tecnico Scientifico arrivano queste indicazioni, che saranno valutate dal Governo in vista del nuovo Dpcm.
E a fronte di una situazione che, di nuovo, impensierisce, Milano torna dissennata: musica e balli in Darsena ieri nell’ultimo weekend in zona gialla prima che scatti quella arancione.
Una sorta di “rave party” documentato da foto e video sui social, ha suscitato una serie di reazioni da parte dei cittadini di tutt’Italia.
Il “sabato del villaggio” milanese ricalca una mentalità che già in passato ha condotto a lutti e dolore, ma che ancora viene cavalcata dai politici populisti.
Certo, la concomitanza di giornate quasi primaverili su gran parte dell’Italia e la stretta sui colori che sta per interessare alcune regioni ha fatto scattare in tanti la voglia di incontrare amici e conoscenti, magari facendo shopping o per un aperitivo o un pranzo all’aperto.
Domani, infatti, le disposizioni sui nuovi divieti entreranno in vigore e le forze di polizia hanno alzato il livello di guardia con controlli che hanno interessato ancora una volta le strade della movida e dello shopping e i lungomari, tornati di colpo affollati di persone.
Ormai da mesi la scure dei controlli è incombente, come dimostrano i dati del Viminale: le Forze di polizia hanno verificato 108.416 persone, con 1.041 sanzioni e 10 denunce.
Sono stati poi verificati 12.015 tra attività ed esercizi commerciali, con 72 titolari sanzionati e 29 chiusure.
L’incubo-focolai con annesse varianti è testimoniato bene dal fermo richiamo del sindaco di Milano Giuseppe Sala in vista dell’ultimo fine settimana giallo prima del rientro della Lombardia in arancione: “Comportatevi in modo adeguato al difficile momento. Siamo in arancione da lunedì ma avendo un week-end di giallo e bel tempo vi chiedo di tenere un comportamento corretto”.
Sala ha lamentato la presenza nelle strade di “troppi gruppi, talmente tanti che diventano incontrollabili dalle forze dell’ordine”.
Impennata dai contagi spia della terza ondata
I numeri dell’epidemia di Covid-19 in Italia stanno risalendo e preoccupano: secondo alcuni potrebbero essere le spie di una terza ondata e di sicuro descrivono una situazione che va seguita con grande attenzione.
Il dato positivo riguarda gli anziani over 80, fra i quali secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) i contagi si stanno riducendo, probabilmente per effetto della campagna di vaccinazione.
Intanto il bollettino del ministero della Salute indica che in 24 ore i casi positivi al SarsCoV2 sono stati 18.916: in calo rispetto ai 20.499 del giorno precedente ma un numero comunque alto; aumentano lievemente, dell’1%, i ricoveri nelle unità di terapia intensiva, per un totale di 2.216, con 163 nuovi ingressi; i ricoverati con sintomi sono complessivamente 18.372, 80 in più in 24 ore. I decessi sono stati 280, contro i 253 del giorno precedente, per un totale di 97.507.
Il tasso di positività calcolato sulla base del rapporto fra il totale dei casi positivi sul totale dei test è di 5,8%, in calo rispetto al 6,3 di 24 ore prima; il rapporto fra il totale dei casi e i soli test molecolari è invece rimasto invariato ed è pari al 10,5%.
Fra le regioni è ancora una volta la Lombardia a registrare il maggiore incremento di casi, con 4.191, seguita da Emilia Romagna (2.542), Campania (2.215), Lazio (1.347), Veneto (1.285), Piemonte (1.188), Toscana (1.126) e Puglia (1.123).
Letti su base settimanale, i dati descrivono una situazione seria. Nell’arco di una settimana, per esempio, i casi di infezione sono aumentati del 29% e i ricoveri nelle unità di terapia intensiva sono aumentati del 21%.
“Sono aumenti preoccupanti – ha osservato il fisico Giorgio Sestili – e ci sono tutti gli elementi per pensare che la ripresa dei contagi sia iniziata e che potrà andare avanti per settimane. La domanda è: fino a che punto aumenteranno? Di certo qualunque provvedimento venga preso oggi non potrà avere effetti prima di 15 o 20 giorni”.