“Questo decreto è una risposta significativa molto consistente alle povertà, al bisogno che hanno le imprese e ai lavoratori: una risposta parziale ma il massimo che abbiamo potuto fare”.
Così il premier Mario Draghi ha sintetizzato ieri sera, parlando con i giornalisti al termine del Consiglio dei ministri, quel Decreto Sostegni da 32 miliardi di euro appena approvato dal Governo su margini di bilancio “definiti dallo scostamento”, sottolineando come questo 2021 sia “un anno in cui non si chiedono soldi, si danno: verrà il momento di guardare al debito, di pensare al Patto di stabilità, ma non è questo il momento”.
Adesso, secondo il Premier, “è necessario accompagnare le imprese e i lavoratori nel percorso di uscita dalla pandemia”. Alle imprese saranno destinati i tre quarti dell’importo del Decreto, che riguarda anche lavoratori, scuola, sanità e turismo invernale.
Il blocco dei licenziamenti
Il percorso di uscita dalla pandemia prevede, come ha spiegato il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, una norma che “interrompe il trattamento eccezionale del blocco dei licenziamenti dove esistono la cassa ordinaria: si prosegue fino ottobre dove questi strumenti ancora non esistono”. E il provvedimento contiene anche misure che interessano “le grandi crisi industriali come l’ex Ilva e il trasporto aereo”.
Si punta sul Turismo
“Molte poste di questo decreto – ha sottolineato Draghi – sono indirizzate al turismo, il settore più colpito su cui vale veramente la pena continuare a investire, perché a fine pandemia tornerà, perché fortunatamente è l’Italia, quindi quella del turismo è un’industria prospera e in grado di occupare molte persone”.
Il settore, ha spiegato Franco, è interessato anche dagli “interventi per i lavoratori stagionali” e sono previste misure “per l’industria della neve che è stata colpita fortemente”.
Infine “vi sono alcuni interventi specifici per alcune filiere, come quella dei centri storici, quella collegata agli eventi”.
Ristori dall’otto aprile
Circa otto miliardi di euro, ha spiegato il ministro dell’Economia, Daniele Franco, andranno a interventi per il sostegno del lavoro e per il contrasto della povertà.
“I pagamenti – ha detto Draghi – inizieranno l’otto aprile per chi avrà fatto domanda, quindi undici miliardi entreranno nell’economia nel mese di aprile, un intervento significativo nei confronti di coloro che hanno perso il lavoro e pensiamo a un’estensione del reddito di emergenza anche come quantità degli importi stanziati”.
“Il principale contributo – ha spiegato Franco – è per le partite Iva, con una platea potenziale di 5,7 milioni di soggetti. L’Agenzia delle entrate stima che circa tre milioni di persone riceveranno fondi per una media di tremilasettecento euro ciascuno”.
“Una grandissima iniezione di fiducia – ha scritto su Twitter il ministro Federico D’Incà – per le attività e le partite iva colpite dalle chiusure degli ultimi mesi: il Governo c’è e ci sarà”.
Intervento sulla povertà
Il dl prevede inoltre, ha sottolineato Orlando, “un importante intervento sulla povertà: un miliardo di euro per tre mensilità di reddito d’emergenza e il rifinanziato reddito cittadinanza, perché è aumentato il numero di persone che ne ha diritto”.
E c’è una parte d’intervento, ha rivelato Franco, “che prevede un sostegno ai soggetti per i pagamenti delle bollette elettriche”.
Il condono per le cartelle
Il Consiglio dei ministri ha poi detto sì alla cancellazione di vecchie cartelle esattoriali, ma solo con un reddito Irpef che non superi i trentamila euro e su quelle cartelle fino al 2011 e non fino al 2015 come inizialmente previsto.
Il Premier ha spiegato che “questo in effetti è un condono, ma di multe di oltre dieci anni fa, che noi abbiamo contenuto nell’importo di cinquemila euro” che al netto di sanzioni varie “corrispondono circa alla metà”. Un azzeramento che permette “all’Amministrazione di perseguire la lotta all’evasione in modo più efficiente” visto che nel decreto è prevista “una modifica delle norme della riscossione e del meccanismo di controllo e scarico delle cartelle”.
Cinque miliardi per la Salute
Il decreto prevede un capitolo salute e sicurezza, su cui, ha detto Franco, vengono stanziati “quasi cinque miliardi di euro: la posta principale e l’acquisto di vaccini e farmaci per quasi tre miliardi di euro”, che serviranno anche “per creare un fondo per la produzione di vaccini in Italia”.