A Parigi e in tutto il resto della Francia si moltiplicano le manifestazioni contro l’obbligo vaccinale per il personale sanitario e l’obbligo del green pass per l’accesso ai locali pubblici. La polizia, per placare le proteste non autorizzate, si è vista costretta a utilizzare persino i lacrimogini. Ma le stesse misure, stando alla recrudescenza del Covid-19, potrebbero presto essere adottata in Italia.
Il quotidiano francese Le Figaro riporta alcuni manifesti contro la presunta “dittatura” di Emmanuel Macron. C’è una larga parte di cittadini francesi che non accetta le nuove misure anticontagio e sono migliaia a scendere in piazza a Parigi, Marsiglia, Lione, Montpellier.
Insomma, le proteste vorrebbero la completa libertà dei cittadini sugli spostamenti e sulla scelta di sottoporsi o meno alla vaccinazione, a prescindere dall’attività professionale svolta e dal rischio di contagio a cui si sia esposti.
Le stesse misure sono al vaglio della cabina di regia in Italia, dove si paventa l’ipotesi dell’obbligo del certificato verde per accedere persino a eventi, ristoranti al chiuso, mezzi di trasporto pubblico, bachetti di nozze. Il green pass potrebbe essere rilasciato soltanto dopo la seconda dose del vaccino e non, come avvenuto finora, a pochi giorni dalla prima somministrazione. Intanto pare quasi certa la proroga dello stato di emergenza che – in base al precedente accordo tra Matteo Salvini e Mario Draghi – scadrà il 31 luglio.
A preoccupare è la veloce diffusione della variante Delta, ormai quasi dominante, maggiormente trasmissibile rispetto alle precedenti mutazioni del virus. E anche la ridotta resistenza dei vaccini – anche dopo la seconda dose – contro le nuove varianti.
Misure maggiormente stringenti potrebbero non solo arginare la rapida crescita dei contagi, ma scongiurare una nuova chiusura delle attività ricettive e delle scuole, in vista del rientro di settembre.
Tra l’altro, non essendo riusciti a frenare il Covid-19, le prossime mutazioni potrebbero completamente sfuggire alla vaccinazione, come annunciato da giorni da diversi scienziati.
Intanto, dopo i focolai registrati tra i giovani di rientro dalle vacanze fuori dal Paese, a Dubai sono stai bloccati altri 300 studenti italiani. Altri 15, invece, in Grecia. Chiunque decidesse di mettersi in viaggio, infatti, dovrà considerare la possibilità di non poter rientrare in Italia nella data preventivamente stabilita, con tutti i disagi del caso.