Disintegra una ad una tutte le false convinzioni che portano i genitori italiani a procrastinare la vaccinazione dei figli adolescenti.
“Non c’è nessuna ragione che tenga, bisogna farla subito”, esorta con fermezza Chiara Azzari, ordinaria di pediatria all’Università di Firenze e immunologa, direttrice scientifica didattica dell`ospedale pediatrico Meyer.
Il 76,88% degli adolescenti di 12-15 anni non hanno fatto nemmeno una dose. “Aspettiamo settembre e vediamo”, sottolinea in una intervista al Corriere della Sera.
“Il vaccino prima si fa, meglio è. Per raggiungere la protezione completa sono necessarie due dosi, una sola non basta e fra l’una e l’altra devono passare da 3 a 4 settimane. Altro che aspettare. Bisogna sbrigarsi. L’inizio delle scuole è vicino”.
E i rischi? “Si è fatto tanto chiasso per i casi di miocardite e pericardite osservati in ragazzi meno che ventenni dopo il vaccino.
È importante essere informati, la paura però è davvero esagerata.
La probabilità di avere un`infiammazione al cuore o alla membrana cardiaca è inferiore a una su un milione”.
In merito alla obbligatorietà del vaccino agli adolescenti è arrivata, nei giorni scorsi, la decisione del Comitato di bioetica nazionale. Se la volontà del ragazzo o della ragazza “di vaccinarsi fosse in contrasto con quella dei genitori, il Comitato ritiene che l’adolescente debba essere ascoltato da personale medico con competenze pediatriche e che la sua volontà debba prevalere, in quanto coincide con il migliore interesse della sua salute psico-fisica e della salute pubblica”
Il Cnb “ritiene opportuno che, nelle circostanze di contrasto tra le parti, la volontà sia certificata per esplicitare con la massima chiarezza le rispettive posizioni, anche al fine di individuare meglio i contrasti nel tentativo di ricomporli”.
Il Cnb si pronuncia anche sugli “adolescenti con patologie” e quelli “rientranti nelle categorie identificate dal ministero della Salute (in una lista aggiornata) per le quali la vaccinazione è raccomandata”.
Per questi ragazzi “emerge in forma ancora più pressante l’obbligo dei genitori (rappresentanti legali) di garantire ai propri figli il miglior interesse; è importante ricorrere al comitato di etica clinica o ad uno spazio etico e, come extrema ratio, al giudice tutelare”.