In attesa dei risultati della nuova indagine dell’Istituto superiore di sanità sulla diffusione delle varianti del Covid, risultati attesi a breve e che dovrebbero confermare un aumento dei casi da variante Delta, arriva una stretta sui controlli e il tracciamento proprio di questa mutazione, più temibile poiché ad alta trasmissibilità.
E questo mentre a livello europeo la cancelliera tedesca Angela Merkel ha annunciato la richiesta di un “approccio coordinato” soprattutto sugli ingressi di viaggiatori provenienti dai Paesi dove le varianti sono più diffuse.
La stretta sui controlli è stata decisa dopo un vertice tra il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli, il ministro della Salute Roberto Speranza e i sottosegretari Andrea Costa e Pierpaolo Sileri.
Il caso Finlandia
In particolare, sulla variante Delta si sta programmando un aumento del tracciamento specifico: tra le ipotesi, un maggior numero di tamponi, attenzione ai focolai, ma anche ai singoli casi.
Ad accrescere le preoccupazioni vi è poi anche il caso Finlandia: il ministero della Salute ha infatti trasmesso alle Regioni una nota di allerta, raccomandando di potenziare il sequenziamento e il contact tracing, dopo il rilevamento di focolai da variante Delta in ospedali finlandesi.
Le autorità della Finlandia, ha comunicato il ministero, riferiscono di un esteso focolaio di casi con variante Delta che ha colpito quattro strutture ospedaliere del Paese nel mese di maggio per un totale di 98 casi. Il tasso di letalità è stato del 17,3%. Dei 98 casi, 18 operatori sanitari e 42 pazienti avevano ricevuto almeno una dose di vaccino. Analogamente, dei pazienti deceduti, il 70,6% aveva ricevuto almeno una dose (un paziente ne aveva ricevute 2).
Da qui la raccomandazione alle Regioni di applicare con rigore le misure di contenimento e di sequenziare prioritariamente, tra gli altri, i campioni di individui in arrivo da Paesi con alta incidenza di varianti e di soggetti vaccinati che si infettano nonostante lo sviluppo dell’immunità.
Figliuolo, continuare con comportamenti corretti
“La variante Delta preoccupa – ha detto il commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo – ma abbiamo fiducia nella scienza, i vaccini proteggono. Però dobbiamo continuare ad avere comportamenti corretti”.
Mentre il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri avverte che “i numeri della Delta in Italia sono aumentati e continueranno ad aumentare, tenderà a sostituire anche da noi, come nel Regno Unito, la variante inglese”.
“Il nostro compito – ha sottolineato – è rallentarne la velocità di diffusione e rafforzare il tracciamento per limitarne i casi”.
E bisogna attuare una più rapida vaccinazione con le seconde dosi. Con due dosi, infatti, “gli effetti clinici di questa variante sono limitati”.
Confermata l’efficacia dei vaccini
Sembra confermata, comunque, l’efficacia dei vaccini.
“Con il Pfizer – ha spiegato l’immunologo e membro del Cts Sergio Abrignani – si ha buona protezione dalla variante Delta, sia di infezione che in termini di sviluppo della malattia e morte. I vaccini funzionano”. Al momento, casi da variante Delta sono segnalati in varie Regioni italiane. In Campania, per esempio, fino a oggi si registrano 82 infetti, di cui solo due in ospedale. Il 10% di questi aveva già fatto una dose di vaccino.
A fronte di ciò, la Fondazione Gimbe ha chiesto maggior decisione nelle azioni da promuovere: “Non è accettabile una gestione ‘attendista’ della variante Delta, contro cui occorre subito potenziare sequenziamento e contact tracing, screening per chi arriva dall’estero e la seconda dose in over 60 e fragili” si legge in una nota.
Corretti i numeri dei morti in Friuli e Veneto
Sul fronte dei numeri, tuttavia, il bollettino quotidiano del ministero della Salute conferma il trend in decrescita: sono 927 i positivi al test nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 951), e continuano a calare i ricoveri nelle terapie intensive (-16) e nei reparti ordinati (-113). Stabile allo 0,5% il tasso di positività.
Sono invece 28 le vittime nelle ultime 24 ore e non dieci come comunicato all’inizio: Friuli Venezia Giulia e Veneto, regioni entrambe a guida leghista, non avevano reso noto dati corretti.