Sanità

Covid, allarme variante Delta plus, sintomi e trasmissibilità

La variante Delta plus è una sotto-variante della Delta. È poco più infettiva di quest’ultima, ma dimostra come la carenza di un’adeguata vaccinazione globale continui a scatenare nuove mutazioni.

Sintomi e trasmissibilità

La sintomatologia di questa nuova variante è simile a quelle precedenti. Con la differenza che sembra colpire maggiormente le vie aeree superiori piuttosto che quelle inferiori, generando quindi più faringiti, riniti e infezioni simili. Ma meno bronchiti e polmoniti.

“Con tutte le varianti, compresa quest’ultima” variante Delta plus (AY.4.2) “dobbiamo guardare due cose: la trasmissibilità, ovvero qualsiasi variante che è più trasmissibile della Delta è chiaro che andrà avanti e prenderà il sopravvento, ma questa AY.4.2 non lo è.

La seconda è che, a parità di trasmissibilità – e questa Delta plus sembra essere comparabile alla Delta – va verificato se sfugge di più al sistema immunitario e quindi ai vaccini e non ci sembra sia il caso. Ma ci saranno altre varianti in futuro, i virus mutano di continuo“. Lo ha detto l’immunologo Sergio Abrignani, ordinario di Immunologia all’Università Statale di Milano e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts), ospite di ‘Agora’ su RaiTre.

Immunità? “Mitigazione del rischio con vaccini”

“Più che all’immunità di gruppo dobbiamo puntare a vaccinare il più alto numero di persone” contro il covid “per mitigare il rischio e rendere questa pandemia una endemia. Qualcosa di tollerabile che ci porteremo dietro come il morbillo e l’influenza”, ha detto l’immunologo Sergio Abrignani, ordinario di Immunologia all’Università Statale di Milano e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts), ospite di ‘Agora’ su RaiTre.

“L’Italia è sulla strada giusta e lo dicono i numeri dei vaccini, degli infettati, delle complicazioni e dei decessi – ha aggiunto – stiamo facendo la cosa giusta e siamo tra i migliori al mondo. Dobbiamo vaccinare di più e arrivare al 90% della popolazione immunizzata, anche quando arriveremo a 47 mln di vaccinati con due dose, avremo sempre 7 mln di persone non vaccinati e oltre 1 milione e mezzo di over 60 che sono a più rischio se contagiati”.