Sanità

Covid, creata in laboratorio variante killer: “Più grave delle altre”

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Personale dell’ Asl Napoli 2 nord, effettua il test “Casello Tampone”, tamponi ad automobilisti seduti nelle loro auto seguendo l’esempio di quanto già avviene in Germania, Toscana ed Emilia-Romagna. 2 Aprile 2020 ANSA/CESARE ABBATE/
Un reparto Covid

Condanna dal mondo scientifico, scienziati, infettivologi, e dalla comunità medica, dopo aver appreso della creazione di un nuovo virus Covid creato in un laboratorio di Boston, negli Usa, attraverso la combinazione ibrida del ceppo di Wuan, il primo apparso nel globo e quindi il più aggressivo, con quello dell’Omicron variante più diffusiva, ma meno letale.

Omicron più ceppo di Wuhan: “è mortale all’80%”

Il risultato è stata la nascita di un nuovo visus che ha ucciso l’80% dei topi di laboratorio ai quali era stato iniettato. Gli scienziati autori di questa ricerca definita da molti folle “folle” si sono difesi dicendo che sull’uomo gli effetti dannosi non ci sarebbero affatto.

Perché è stato creato il nuovo virus, le motivazioni degli scienziati

Per determinare quale ruolo giochi la proteina spike, gli scienziati hanno deciso di isolare quella presente sulla variante Omicron e applicarla alla prima variante del virus, quella di Wuhan, creando così un nuovo ibrido. L’obiettivo era determinare se le mutazioni nella proteina spike di Omicron fossero responsabili della capacità di questa variante di aggirare il sistema immunitario da un lato, e della minore gravità dei sintomi associati a Omicron dall’altro.

Una nuova variante Covid creata in laboratorio solleva preoccupazioni e polemiche

Si tratta di una rivelazione che ha riacceso i fari sul Covid e s sta diffondendo l’allarme dei medici sulla utilità di questi esperimenti che potrebbero segnare l’inizio, seppure remoto, di una nuova pandemia a tal punto che scienziati e accademici di fama mondiale hanno detto chiaramente che “questa pratica dovrebbe essere totalmente proibita perché c’è chi sta giocando col fuoco”.

Pioggia di critiche dalla comunità scientifica, l’opinione della comunità medica nel Catanese

Bruno Cacopardo, direttore del dipartimento di Malattie infettive del “Garibaldi Nesima

Cacopardo: “Non capisco le ragioni di simili esperimenti”

Al nutrito gruppo di esperti e infettivologi che puntano il dito contro i colleghi di Boston ci sono anche due dei massimi esperti di Covid della Sicilia orientale, il professore di Infettivologia Bruno Cacopardo, direttore del dipartimento di Malattie infettive del Garibaldi Nesima, profondo conoscitore della materia e tra coloro che sul campo hanno cercato, combinando diversi farmaci, di individuare un cocktail che potesse salvare il maggior numero di vite.

Cacopardo dinnanzi a queste notizie si è mostrato sconcertato, criticando l’operato dei colleghi del laboratorio di Boston: “Io non riesco a intravvedere – ha detto – le ragioni scientifiche che giustifichino simili esperimenti”. Cacopardo Non ha parlato apertamente di pura follia, ma a spiegato che da questa sperimentazione non si vedono vantaggi per la comunità scientifica e mondiale.

Carmelo Iacobello
Direttore Malattie Infettive ospedale “Cannizzaro”

Iacobello: “Tornare indietro”

Anche il direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’ospedale Cannizzaro, Carmelo Iacobello invita tutta la comunità scientifica a non giocare con questi virus. “probabilmente il fine nobile dei colleghi americani, di cercare di individuare un virus totalmente innocuo che potesse essere un domani iniettato a tutti le persone sotto forma di vaccino, ha provocato un effetto molto dannoso. Evidentemente se il risultato di queste ricerche è stato quello di far nascere un nuovo virus più letale e più diffusivo mi auguro che questi scienziati tornino immediatamente sui loro passi”.

Iacobello, poi soffermandosi a parlare dell’attuale situazione della pandemia, ha spiegato che la situazione attuale è molto buona. “In ospedale – ha aggiunto -non abbiamo casi, soprattutto gravi, eccetto una 92enne che era arrivata con una polmonite che ha superato brillantemente. Al momento non ci sono segni di possibile inversione di tendenza e non ci preoccupano neanche le ultime varianti che ancora da noi sono praticamente sconosciute”.

Evidentemente i due infettivologi si augurano che questa nuova “chimera” creata in laboratorio non sfugga di mano perché allora davvero saremmo di fronte a una pura follia.

Giuseppe Bonaccorsi