Il Covid-19 domina le preoccupazioni anche dei giovanissimi. A vario titolo, quasi 9 su 10 confessano di essere spaventati da questo nemico invisibile: il 21% “poco”, il 52% il “giusto” ma il 15% è letteralmente “terrorizzato”. Il sito Skuola.net ha provato a indagare tra le inquietudini più diffuse nella Generazione Z, intervistando 3500 ragazzi, dalle scuole medie all’università.
Tante le paure connesse all’epidemia. Ma la questione sanitaria resta nettamente in cima all’elenco: circa 4 su 10 temono, su tutto, che le persone a loro vicine – genitori, nonni, fratelli, amici – possano ammalarsi. Subito dietro, ma molto staccata (la mette al primo posto il 13% degli intervistati), c’è la paura di vivere un nuovo lockdown dato che, quello della scorsa primavera, si è fatto sentire sul fisico e sull’umore. Il terzo incubo più diffuso legato al Covid-19 è di natura economica: è la paura che le persone care perdano il lavoro o restino senza soldi (la antepone a tutto il resto il 12% del campione).
Meno ansia, invece, suscitano le conseguenze che la crisi socio-sanitaria potrebbe avere su di loro: tutte le opzioni che li chiamano direttamente in causa – ammalarsi, non avere un futuro, ecc. – si piazzano nella seconda parte della classifica e tutte assieme raccolgono il 33% dei voti. Solo il 6%, ad esempio, ha paura di ammalarsi. Più assillante, semmai, è il timore che gli strascichi del virus possano compromettere i sogni e le aspirazioni per il domani (così per il 10%).
E anche se gli si chiede una ricognizione più generale su ipotetiche fonti di paure, al di là del Covid, il pensiero spesso e volentieri torna al tema portante di tutto il 2020. È vero, infatti, che per 1 su 4 al primo posto c’è la preoccupazione per possibili guerre, crisi internazionali, disastri ambientali. Ma il 16% – dato che tra i più grandi diventa prioritario, arrivando al 24% – si concentra nuovamente sulle questioni più impellenti, dicendo di temere soprattutto gli effetti devastanti del collasso economico dell’Italia nei prossimi mesi. Al terzo posto, invece, troviamo la paura della ‘solitudine’ (15%): ancora una volta il virus ci mette lo zampino.