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Il Cratere Voragine nuovo picco dell’Etna dopo le ultime eruzioni

“Si registra un fatto importante. Il Cratere Voragine, che fino ai primi giorni di luglio era una depressione, adesso ha cambiato fisionomia. Le eruzioni sono sempre avvenute da questo cratere e quindi il materiale eruttato si è depositato anche lungo i bordi di questo cratere innalzandolo di quota di oltre 100 metri. Quindi da allora la vetta più alta del vulcano non è più il Cratere di Sud-Est, ma la Voragine. Questo rilievo è ben identificabile per le persone che frequentano il vulcano”. Con queste parole l’esperto vulcanologo dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Marco Neri, dà un’idea su quello che è avvenuto sull’Etna dai primi di luglio, ovvero da quando ebbe luogo sul Cratere Voragine la prima emissione di cenere e di lava.

“Frammentazione magma dopo eruzioni esplosive”

Nelle settimane successive l’attività stromboliana nello stesso cratere è continuata, fino ad arrivare all’evento eruttivo del primo weekend di agosto. In questa occasione infatti è avvenuta un’emissione di cenere in direzione sud-est. Questi eventi solitamente implicano un cambio di forma del vulcano più alto d’Europa, ma ci sono anche altri particolari riguardanti “le eruzioni esplosive – prosegue Neri -, che durano alcune ore e che vedono una frammentazione del magma. Una parte di esso va a comporre la colonna eruttiva, si eleva nell’atmosfera per molti chilometri disperdendosi poi nel vento a seconda delle direzioni. La colonna tende a collassare per gravità e ricopre di cenere i paesi etnei”.

“Ma una frazione di questo magma che risale lungo il condotto e che viene eruttato invece forma delle colate di lava, che emergono dalla base del Cratere Voragine, che è diventato un cono. Questa lava tende a fluire sui fianchi del vulcano. Nelle prime tre eruzioni le lave eruttate dalla Voragine si sono riversate nel Cratere Bocca Nuova, lo hanno totalmente riempito e poi sono traboccate dal punto più basso dell’orlo del Cratere Bocca Nuova, che si trova sul fianco occidentale. Si sono formati dei rivoli di lava scesi giù per alcune centinaia di metri, fino a circa 3mila metri di quota comunque, perché rimangono attive solo per poche ore, fino a quando dura la fontana di lava”.

“Materiale emesso da Voragine termina nel Cratere di Nord-Est”

Queste eruzioni producono una certa tipologia di materiale. L’innalzamento del Cratere Voragine coinvolge inoltre anche il Cratere di Nord-Est.

“Le eruzioni come questa – conclude Neri – sono sia esplosive, con frammentazione del magma e prodotti piroclastici, che laviche, riguardo soprattutto a quella frazione di magma eruttato in forma di colata dalla base di quel cono che si è formato al posto della Voragine. Quest’ultimo cratere si è elevato di quota a tal punto che adesso una parte dei prodotti eruttati da esso finisce dentro il Cratere di Nord-Est, che ha espulso cenere e che è diventato così soggiacente da un punto di vista morfologico tanto da attirare i prodotti in esso. Se continuasse così nell’arco di tre-quattro episodi potrebbe finirvi ancora più materiale, come già accaduto per la Bocca Nuova, che non è più una depressione”.

“Abbiamo osservato un fenomeno ripetitivo e simile da un periodo all’altro. Noi abbiamo avuto la prima fontana nei primi di luglio, preceduta da un periodo abbastanza lungo di attività stromboliana crescente. Da quel momento in poi il vulcano ha cominciato a fare queste fontane di lava. Tra un episodio e l’altro ci sono state delle pause, in cui il tremore vulcanico è aumentato di ampiezza. Le pause sono state di tre giorni nel primo caso e di otto giorni negli eventi successivi. In seguito il periodo di stasi tra una fontana e l’altra è aumentato. Ci si potrebbe aspettare un nuovo episodio eruttivo la prossima settimana, ma è tutto da vedere ovviamente”.

(Foto: Ingv)