PALERMO – L’andamento del trasporto su gomma è un indice importante dell’andamento dell’economia, e i dati siciliani relativi al primo semestre 2023, gli ultimi messi a disposizione dall’Aiscat, l’Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori, raccontano di una realtà vivace.
Secondo l’elaborazione dell’ufficio studi della Cgia, l’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, nei primi sei mesi del 2023 sull’autostrada Messina-Catania hanno viaggiato il 5,2% dei mezzi in più rispetto al primo semestre del 2019, circa 4.600 al giorno. I numeri sono ancora più alti sulla Messina-Palermo, dove la crescita è arrivata al 9,7%, con 1.690 mezzi giornalieri.
Percentuali alte, che si posizionano tra le migliori registrate in tutta la penisola. E che permettono di tracciare una immagine dell’andamento economico nazionale, definendo un andamento in proiezione futura. Rispetto all’anno pre-pandemico, quindi il 2019, la percorrenza dei mezzi pesanti ha subito in quasi tutte le principali tratte autostradali aumenti importanti, soprattutto nel Nord-Ovest.
La ripresa economica registrata dopo la crisi sanitaria causata dalla pandemia ha spinto all’insù i volumi economici e, conseguentemente, la quantità delle merci trasportate con gli autoarticolati.
Al Nord, ad esempio, spicca il +13,2% dei mezzi pesanti lungo l’A6 Torino-Savona, il +9,3% nell’A10 Ventimiglia-Savona, il +7,1% nell’A4 Torino-Milano, il +5,5% nell’A4 Venezia-Trieste e il +4,2% sia nell’A4 Brescia-Padova che nell’A22 Verona-Brennero. Nel Centro, invece, la tratta più percorsa dai Tir riguarda l’A1 Bologna-Firenze, con un numero teorico medio giornaliero di mezzi pesanti pari a 18.510 (+0,3% rispetto al 2019).
Seguono l’A1 Firenze-Roma con 14.666, cresciuti dell’1,9% per cento, e l’A1 Roma-Napoli con 14.566, pari al +7,6%. Nel Sud e nelle Isole, infine, spiccano gli 8.824 mezzi pesanti teorici medi giornalieri (+8,6%) che “sfrecciano” lungo l’A3 Napoli-Salerno. Seguono i 4.773 autoarticolati (+7,6%) che attraversano la A14 Lanciano-Canosa.
L’andamento del trasporto su ruote dimostra come il capoluogo regionale lombardo nel corso degli ultimi decenni ha rafforzato la sua centralità, ma gli altri due vertici non sono più Torino e Genova, bensì Bologna e Venezia. Per numero di imprese, di lavoratori, di fatturato e di Pil non ci sono confronti; anche gli “spostamenti” delle merci su gomma confermano il “sorpasso”.
Il vecchio triangolo più produttivo del Paese che poggiava sul Nordovest è stato “scalzato” dal nuovo che, adesso, parte da Milano e racchiude tutto il Nordest. Insomma, il baricentro del sistema produttivo italiano si è spostato a est, dove è presente un modello economico più avanzato in cui la manifattura, il terziario e la logistica tendono ad integrarsi e diventare un tutt’uno. Il collegamento all’andamento del Pil è immediato.
L’intero Paese è cresciuto nel 2024, e così anche buona parte del territorio siciliano, anche se non sempre con risultati tali da lasciare ben sperare. Se rispetto al pre-pandemia comunque c’è stato il recupero totale di quanto perso in quei drammatici momenti, Enna e Ragusa segnano nuovamente valori negativi, mentre Caltanissetta, Catania, Agrigento e Trapani segnano tutti valori in positivi ma vicini allo zero.
Solo Palermo risale tra le prime 20 province italiane, con una crescita nel 2024 dell’0,63%, e una crescita nei 4 anni anni del 3,53%. A livello regionale la crescita del Pil nazionale per l’anno in corso dovrebbe essere trainata dalla Lombardia (+0,95%), dall’Emilia Romagna (+0,86%), dalla Valle d’Aosta (+0,81%) e dal Veneto (+0,80%).