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Crisi di Governo, le reazioni dei partiti: da Pd a Fi, ecco cosa dicono i leader

“Un grandissimo intervento del Presidente del Consiglio. Autorevolezza ed orgoglio nazionale. Sono fiero di Draghi”. Così il senatore Pd Andrea Marcucci dopo l’intervento in Senato di Mario Draghi.

Niente applausi da parte dei salviniani al termine dell’intervento del presidente del Consiglio. Nessuno dei senatori del Carroccio vuole per ora esprimersi. “Lasciamo parlare il leader”, taglia corto un esponenti di governo leghista a chi chiede lumi sulla valutazione del discorso del premier, appena terminato. Nel frattempo, anche per evitare uscite in ordine sparso, Matteo Salvini ha convocato una riunione lampo al Senato. Con lui senatori, ministri e sottosegretari.

Matteo Renzi si è detto “ammirato da Draghi, ha fatto il discorso giusto, ha detto quello che serve, non una fiducia di facciata. Ora ciascuno si assuma la responsabilità. Basta a questo assurdo giochino e alla fiction. Ora la palla è nelle mani dei partiti”.

“Il discorso del presidente Draghi è stato ineccepibile, concreto, lungimirante. Adesso non ci sono più scuse: chi non vota la fiducia al governo volta le spalle agli italiani. Adesso non servono giochini, ma occorre agire con grande senso delle istituzioni”. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, commentando le parole del premier Mario Draghi in Aula al Senato.

“Questo sistema è arrivato al punto che un presidente del Consiglio non è più libero nemmeno di dare le dimissioni”. E’ il commento di Ignazio La Russa al Tg3. Il senatore di Fratelli d’Italia ha aggiunto: “Sono riusciti, con la forza di questo sistema, a costringerlo a fare marcia indietro – spiega – farà marcia indietro lui, che voleva, e tutti sanno, vuole, dimettersi, faranno marcia indietro alcuni partiti che dicevano: ‘mai più’, e invece staranno ancora accucciati”.

“Draghi arriva in Parlamento e di fatto pretende pieni poteri, sostenendo che glielo hanno chiesto gli italiani”. Lo scrive Giorgia Meloni sui social dopo le comunicazioni del premier in Senato sulla crisi di governo. “Ma in una democrazia la volontà popolare si esprime solo con il voto, non sulle piattaforme grilline o con gli appelli del Pd. Sono le autocrazie che rivendicano di rappresentare il popolo senza bisogno di far votare i cittadini, non le democrazie occidentali – prosegue – Fratelli d’Italia non intende assecondare questa pericolosa deriva. Decidano gli italiani del proprio futuro, non questo Parlamento delegittimato e impaurito. Elezioni subito”. 

“Io mi aspetto che lei resti, anzi dirò di più: io penso che lei abbia il dovere di restare perché il Parlamento non l’ha mai sfiduciata. Io faccio parte di un megagruppo parlamentare che ha condiviso e condivide le sue parole, il programma, anche nella sua durezza, che io invece interpreto semplicemente come chiarezza. Se noi lo approviamo, poi, cari colleghi ci dobbiamo fare carico di questo programma, non è possibile che, poi, tra una settimana, ricomincia il tira e molla. Spero che questa consapevolezza ci sia, perché la posta in gioco per il Paese è davvero alta”. Lo ha detto la senatrice di più Europa, Emma Bonino, intervenendo a palazzo Madama sulle comunicazioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi.

“Dal primo istante abbiamo detto che avremmo votato la fiducia a Mario Draghi, oggi dopo aver sentito il discorso del premier la voteremo orgogliosamente. Ricreazione finita: governare vuol dire decidere e fare per l’Italia e gli italiani! Noi ci siamo”. Lo scrive su Facebook il presidente della Liguria e di Italia al Centro, Giovanni Toti.

Un grandissimo discorso, tosto e perentorio, senza alcuna concessione ai populismi. Un discorso di verità sullo stato del Paese, sulle sue debolezze e sulle sue potenzialità. Draghi ha messo la politica davanti alle sue responsabilità. Noi siamo con lui, senza se e senza ma”. Lo scrive su Twitter Carlo Calenda, leader di Azione.