Sono quasi 800 mila gli italiani che lavorano nell’industria dei centri commerciali. I rincari dei costi energetici e l’aumento del costo delle materie prime destano preoccupazione. Ne ha parlato Roberto Zoia, presidente del Consiglio nazionale dei centri commerciali, in un’intervista all’agenzia Adnkronos.
“Al momento non rileviamo grandi tensioni e, qualora si presentino difficoltà, notiamo una flessibilità e una collaborazione tra proprietà e tenant, ormai consolidata e mai abbandonata dai difficili momenti delle chiusure a causa del Covid-19. Non posso però non lanciare un allarme – ha detto Zoia -. Nei prossimi mesi, se non ci sarà una svolta al tetto dei costi energetici e un aiuto concreto da parte dello Stato, prevediamo un reale rischio che molte attività possano non farcela”.
“Dobbiamo, infatti gestire, non solo le spese vive dei centri, in cui il costo energia inevitabilmente spicca su tutti, ma anche un aumento dell’inflazione che, come recentemente rilevato dall’Istat, sta frenando i consumi perché il potere d’acquisto si sta sempre più assottigliando”, spiega Zoia -. Sono tutti segnali reali che dobbiamo considerare con estrema attenzione e responsabilità per salvaguardare, prima di tutto, le quasi 800 mila persone occupate nell’Industria dei centri commerciali”.
“Non esiste sicuramente” il rischio “di gallerie al buio nei centri commerciali, perché ogni iniziativa che proponiamo è sempre in linea e nel massimo rispetto delle normative e dei requisiti di sicurezza in favore di clienti e lavoratori. Ma si sta intervenendo sull’intensità luminosa delle parti comuni e dei parcheggi che potrà essere ridotta dal 20% al 30%, anche attraverso l’installazione di sistemi di rilevazione automatica; oltre a proseguire con la sostituzione degli impianti di illuminazione con soluzioni ad alta efficienza energetica, in modo da ridurre di oltre il 20% i consumi elettrici da illuminazione”.
Secondo Zoia bisogna fare anche interventi sulle insegne commerciali che possono dare un importante contributo. “Dovranno essere spente negli orari di chiusura – conclude il Presidente del Consiglio nazionale dei centri commerciali – e ottimizzate negli orari diurni in funzione della luce naturale presente nelle strutture”.