Dopo la valanga di sì, ora viene la parte davvero difficile, per il presidente incaricato Mario Draghi, che oggi riprende le consultazioni per provare a dare un nuovo Governo all’Italia.
Sì, perché adesso si deve comporre il puzzle dell’allargatissima e composita maggioranza (dal Pd e Leu, dal M5s a Forza Italia fino a una Lega improvvisamente europeista), per sciogliere la riserva e comunicare a Mattarella i nomi della nuova squadra.
E siamo già al toto-ministri, che si è aperto con l’auto-esclusione del premier uscente, Giuseppe Conte, il quale, dopo l’apertura all’esecutivo Draghi, ha fatto sapere che però non farà parte della nuova squadra.
Tra i ministri dati in uscita ci sono, tra gli altri, quello della Giustizia Alfonso Bonafede, del M5s, e quello della Cultura, Dario Franceschini del Pd.
Al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale gli aveva affidato l’incarico il tre febbraio, Draghi potrebbe riferire già da domani, dopo gli ultimi colloqui con i partiti e, forse, con le parti sociali.
Se tutto andrà bene, l’ex presidente della Bce e i suoi ministri potrebbero giurare entro venerdì prossimo e, trascorso il week end di San Valentino, Draghi si presenterebbe in Parlamento per la fiducia: prima al Senato, poi alla Camera.
Di certo, finora, c’è il calendario degli incontri politici: nel pomeriggio di oggi toccherà ai partiti piccoli: dalle 15 con il gruppo Misto della Camera fino alle 17.30 con le Autonomie (in mezzo, il Movimento italiani all’estero, Azione, +Europa, i radicali, Noi con l’Italia, Cambiamo, Centro democratico).
Domani, dalle undici alle 17.15, toccherà al gruppo di Europeisti-Maie-Centro democratico nato al Senato dopo le dimissioni di Conte e poi a Leu, Italia viva, Fratelli d’Italia, Pd, Forza Italia, Lega e M5s.
A quel punto il quadro potrebbe essere chiaro per salire al Colle.
Nel frattempo, a causa delle dimissioni di Conte il 26 gennaio, l’attività parlamentare è in standby. Sospesi i lavori d’aula a Montecitorio e Palazzo Madama, la prossima settimana il lavoro proseguirà in sparute commissioni monopolizzate dalle audizioni per l’esame della proposta di Piano di ripresa e resilienza, funzionale al Recovery plan.
Sarà così nelle commissioni Bilancio di Montecitorio e in quelle Bilancio e Politiche europee di Palazzo Madama.
Inoltre, alla Camera ci saranno audizioni per la riforma dell’Irpef alla commissione Finanze mentre la Affari sociali sentirà il commissario straordinario, Domenico Arcuri, sul piano vaccini.