Si intensifica, ora dopo ora, quello che sembra un botta e risposta fra l’Occidente e Mosca sulla crisi in Ucraina dove la tensione resta alta anche sul terreno.
Il presidente americano Joe Biden ha annunciato questa sera, in un discorso rivolto alla Nazione e al mondo intero, una prima tranche di sanzioni contro la Russia in risposta al riconoscimento delle due repubbliche separatiste in Ucraina. “Sono sanzioni strettamente coordinate con i nostri alleati e partner, ci sarà un’escalation di sanzioni per ogni escalation della Russia”, ha affermato.
Le sanzioni colpiscono istituzioni finanziarie russe, il debito sovrano russo, le elite del paese e le loro famiglie. Vengono colpite la compagnia d’investimenti Veb e la banca militare.
Putin torna a parlare e chiarisce, punto per punto, la sua posizione, a partire dal riconoscimento della sovranità dei separatisti che, specifica, è “sull’insieme delle regioni” di Lugansk e Donetsk. Ed è proprio dal riconoscimento delle repubbliche separatiste dell’est Ucraina, che sono partite delle sanzioni contro Mosca. La Germania sospende l’autorizzazione del gasdotto Nord Stream 2, che doveva entrare in funzione a giugno.
Il Cremlino replica: la frenata sul Nord Stream sia temporanea. La Nato: la Russia è passata dalle minacce all’azione militare, siamo in allerta. Putin: soluzione è che l’Ucraina rinunci spontaneamente all’adesione alla Nato. Accordo unanime Ue per sanzioni contro la Russia.
“Gli accordi di Minsk” sul Donbass “non esistono più”, ha sentenziato. Questo dopo che il presidente russo aveva chiesto al Senato – e ottenuto in poche ore – l’autorizzazione per l’invio di forze militari all’estero. Quindi il capo del Cremlino ha ribadito: “La soluzione migliore sarebbe che l’Ucraina rinunciasse spontaneamente all’ambizione di aderire alla Nato”. La Ue risponde compatta con un accordo all’unanimità per un primo pacchetto di sanzioni.
Sanzioni sono state promesse anche dagli Stati Uniti e dal Regno Unito. Quelle britanniche, ha detto il premier Boris Johnson, sarebbero “mirate non solo alle realtà del Donbass, Luhansk e Donetsk, ma nella stessa Russia, prendendo di mira gli interessi economici russi il più duramente possibile”. Londra ha anche minacciato di bloccare l’accesso delle società russe a dollari Usa e sterline britanniche, impedendo loro di raccogliere capitali a Londra, assicurando che gli oligarchi russi non potranno nascondersi da nessuna parte.
Il ministero degli Esteri russo ha annunciato che evacuerà il personale diplomatico dall’Ucraina. “La nostra priorità è prenderci cura dei diplomatici russi e dei dipendenti dell’ambasciata e dei consolati generali”, si legge in una nota. “Per proteggere le loro vite e la loro sicurezza, la leadership russa ha deciso di evacuare il personale delle missioni russe in Ucraina, cosa che sarà attuata in un futuro molto prossimo”, è aggiunto.
Il Cremlino vuole “resuscitare l’Urss” ha denunciato il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov. E si è rivolto all’esercito: “Ci attendono prove difficili. Ci saranno perdite. Dovremo attraversare il dolore, superare la paura e la disperazione. Ma vinceremo senza dubbio, siamo sulla nostra terra”.
“Riguardo a ciò che avviene sul piano militare, capiamo che non ci sarà la guerra”, ha detto il presidente Zelensky in una conferenza stampa a Kiev. “Non ci sarà una guerra totale contro l’Ucraina e non ci sarà un’ampia escalation dalla Russia. Se ci fosse, metteremo l’Ucraina su un piede di guerra”, ha aggiunto.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha bloccato la certificazione del gasdotto Nord Stream 2 per convogliare gas naturale russo in Germania attraverso il Mar Baltico. E ha anticipato che l’Ue è sul punto di adottare sanzioni “massicce e robuste” contro la Russia. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha chiesto che le sanzioni comprendano l’interruzione immediata del progetto Nord Stream 2.La struttura sottomarina, lunga 1.234 km, permetterebbe di portare 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno dalla Russia all’Europa.
“Voglio esprimere la mia più ferma condanna per la decisione del governo russo di riconoscere i due territori separatisti del Donbass”, le parole di Draghi. L’ex presidente della Banca centrale europea ha stigmatizzato “l’inaccettabile violazione della sovranità democratica e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”, confermando l’imminente raffica di sanzioni nei confronti di Mosca.
Draghi ha ribadito i contatti costanti con gli alleati internazionali per tentare di trovare una soluzione pacifica alla crisi, fondamentale per “evitare una guerra nel cuore dell’Europa”. La via del dialogo resta essenziale, dunque, ma non è finita qui. Come evidenziato in precedenza, l’Italia e i partner europei stanno definendo “misure e sanzioni nei confronti della Russia”.