PALERMO – Dalla sua nuova residenza in Tunisia, l’ex presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta (Pd), osserva quanto sta accadendo in Sicilia in vista delle prossime elezioni regionali, con i botta e risposta tra Musumeci e Miccichè e pur restando fuori dai giochi, detta la sua ricetta per le strategie da adottare in seno alle differenti coalizioni: “Ho molto rispetto di questo dibattito e non mi scandalizza affatto. Anche perché Miccichè è sempre stato molto ‘libertario’, diciamo difficilmente contenibile – ha detto l’ex governatore -. Lo scontro tra i due non è una novità, tra di loro c’è una chiara incompatibilità di visioni. Cinque anni fa hanno celebrato un matrimonio per forza, avevano siglato un’intesa che doveva durare per una sola legislatura. Adesso sono saltate le regole”.
Per Crocetta sarà difficile il raggiungimento di un’intesa attorno al nome dell’attuale governatore e se un accordo verrà raggiunto, questo accadrà su un altro nome, diverso da quello di Musumeci: “Mi sembra che i margini d’intesa siano risicati. In queste condizioni qualsiasi accordo il centrodestra possa raggiungere non lo fa certo per convinzione e ritengo che lo stesso Miccichè esprima una posizione condivisa anche da Lombardo e Cuffaro”.
“La richiesta di Musumeci (di un bis, ndr) è legittima, ma questa prassi, quella di una ricandidatura degli uscenti, è venuta meno anche con me. Io quando ho capito che era una strada non percorribile mi sono messo al servizio della coalizione perché nelle scelte politiche non si può ragionare certo con la penna del notaio”. E se Musumeci decidesse di proseguire in solitaria? “Può anche farlo, ma non va sottovalutata un’altra variabile”, avverte Crocetta. Ossia l’outsider Cateno De Luca, l’ex sindaco di Messina in corsa da tempo per la poltrona di Palazzo d’Orleans e contro “la banda Bassotti”. “Una variabile non da poco – dice Crocetta -. È in campagna elettorale ormai da mesi e raccoglie una parte notevole di consensi”.
Lo scenario in vista delle regionali appare, dunque, “difficile da prevedere”. Crocetta ritiene peraltro improbabile che vengano prese decisioni prima degli esiti delle amministrative. A seconda del risultato delle urne, verranno prese le opportune decisioni. “Solo dopo il voto di Palermo i due fronti, centrodestra e centrosinistra, cominceranno a discutere seriamente di candidature alla Regione”.
L’ex presidente della Regione in merito alla compagine di sinistra auspica una maggiore apertura nei confronti dei moderati facendo convergere i voti sul nome, ad esempio, di Caterina Chinnici. Insomma, per Crocetta il dialogo con l’area moderata del centrodestra non è un tabù: “Il centrosinistra dovrebbe essere dialogante con le aree moderate del centrodestra – dice Crocetta – un nome che potrebbe riunire le due aree moderate potrebbe essere quello di Caterina Chinnici, che è stata assessore con l’autonomista Lombardo ed è europarlamentare con il Pd”.
Non sarà certamente facile mettere insieme tutte queste anime, moderati, autonomisti e la nuova Dc di Totò Cuffaro: “Lombardo è uscito indenne da una vicenda giudiziaria – dice – potrebbe fare politica direttamente, candidandosi in prima persona… Cuffaro ha pagato il suo conto con la giustizia e adesso è tornato a fare politica non in prima persona perché ovviamente non può farlo. Ma non vedo lo scandalo. Io non criminalizzo nessuno, contrariamente a tanti altri che criminalizzano me gratuitamente, senza essere a conoscenza dei fatti e senza alcun motivo”.
Crocetta ritiene che in Sicilia si potrebbe copiare il modello romano: “Gli accordi si fanno tra movimenti politici e se fai un’operazione alla Draghi non possono esserci pregiudizi, a Roma governiamo con la Lega…”.